giovedì, marzo 27, 2008

Riabituarsi ai ritmi usuali

Non ho ancora recuperato i ritmi di prima di partire per Bratislava.
Complici la Pasqua e le poche attività in ufficio, mi sembra di essere ancora sfasato.
La prima conseguenza è che, come a Bratislava, tiro le ore piccole a smanettare sul PC. Cosa che, essendo il PC nuovo e quindi da sverginare e configurare, dà delle notevoli soddisfazioni.
Peccato che, lavorandoci su dalle 23 alle 2, svegliarsi la mattina diventi un calvario.
E se invece di dieci minuti a piedi, ce ne vogliono cinquanta di mezzi pubblici, è impossibile arrivare in ufficio ad un orario umano. (Domani causa incontro con i cinesi la cosa non sarà tollerata).

Ho iniziato la ricerca di eventi cine-musico-teatrali e spero a breve di avere un calendario di tutto rispetto. Suggerimenti e proposte sono benvenuti.
Dopo il battesimo del ghiaccio per la stagione orientistica, aprile sarà di medio riposo in vista degli appuntamenti trentini di maggio-giugno. Ovviamente, di allenarsi non se ne parla.

Con mio sommo piacere, la pila di letture si sta riducendo. Se è vero che a Bratislava il tempo a disposizione per il task era notevole, le limitazioni di peso per il bagaglio erano tali da non consentirmi il trasporto di tutto quello che volevo leggere.
Per dare nuova linfa a tale pila, appuntamento per sabato a Cartoomics, dove tra fumetti e giochi spero di non perdere troppo la cognizione del tempo (e del portafogli).

A maggio, poi, ci sarà finalmente l'operazione per il mio lipoma alla guancia.
Le notizie positive sono due. E' effettivamente solo grasso (non ci sono fibromi o similia) e lo asporteranno passando da dentro la bocca, evitandomi cicatrici che deturperebbero la mia proverbiale bellezza (quella che fa dire a Brad Pitt, "Pierlabi, chi?").
Quella negativa è che l'intervento, contrariamente a quanto pensavo, sarà in anestesia totale e quindi richiederà il ricovero per almeno un paio di giorni.

La cosa alla quale mi sono riabituato subito, e con immenso piacere, è poter parlare. Con i colleghi, con gli amici, con i parenti, insomma con chiunque e ogni volta che mi va.
E' questo che mi fa veramente capire che sono rientrato.

Meglio tardi che mai

Con colpevole ritardo, commento due eventi sportivi che mi hanno dato discreto piacere (anche se uno, non come un tempo).
Il primo riguarda il Sei Nazioni di rugby.
La vittoria del Galles (con annesso Grande Slam) era stata da me predetta (nonostante il parere avverso del collega inglese a Bratislava, già giocatore professionista) e quindi ne approfitto per bullarmi un pochettino.
La vittoria dell'Italia sulla Scozia, rocambolesca, ma meritata, ha fatto da antipasto di notevole gusto, anche se si sprecano le discussioni se gli azzurri abbiano veramente evitato il cucchiaio di legno oppure no.

Il secondo evento è stata la vera sorpresa pasquale, la vittoria della Juve sull'Inter in autentico Old Lady Style. Ovvero, con gol in fuori gioco e aiuto degli arbitri (in particolare dei guardalinee).
Non so se questo basterà a togliere il tricolore ai nerazzurri, ma un po' di pressione pissicologgica, farà sicuramente bene.

martedì, marzo 25, 2008

Donne e motori

Sabato scorso, di rientro dallo shopping, vedo davanti a me una donna accucciata di fianco a un'auto, probabilmente la sua, che parla al telefono, presumibilmente con il suo partner:
"... perché qui c'è scritto G-o-o-d-i-e-a-r (prego, leggere come è scritto), con delle altre lettere."
Mi giro verso Attilio, compagno di razzia in Feltrinelli e lo sguardo è quello classico "Siamo messi bene..."
La vendetta del patrono delle vittime dei cattivi pensieri ha colpito subito. La signora si gira verso di me: "Mi scusi. Posso chiederle una cosa?"
"Prego" (con qualche difficoltà a trattenermi dal ridere)
"Come faccio a capire il modello di un pneumatico?"
"Leggendo il codice, come ha appena fatto."
(Rivolta al telefono): "Mi dicono che quello è il codice"

Sto per andarmene, quando con un gesto della mano mi fa capire che c'è dell'altro e mi mostra l'altro lato della macchina.
Indicando il pneumatico, "Secondo lei, cos'è questo?"
"Una bolla. Probabilmente ha preso contro qualcosa."
"Lo so. Ieri sera mentre parcheggiavo, contro il marciapiede." (probabilmente lo spirito dei cugini Duke l'ha posseduta durante la manovra, vista la bolla) "Ma secondo lei è pericolosa?"
"Guardi, io non ci andrei molto in giro"
Anche Attilio interviene, nel tentativo di chiudere velocemente la scena: "Ma sicuramente non in autostrada. Se le scoppia, rischia di ammazzarsi. Magari in città, visto che va piano. Al limite picchia contro un muro. (per la serie, la delicatezza...)"
"Ma davvero, dice che devo cambiarla?" (Intanto, si capiva che la persona dall'altra parte del telefono non era dell'idea di pagare un nuovo pneumatico).
"Signora, se vuole, la tenga così, ma sappia che non mi sembra un'idea intelligente."
"Grazie."
E mentre andavamo via, al telefono, "...sì, va bene, poi ci guardi tu. Ma dici che devo cambiarla?"


Conclusione: non importa da quante donne ottime guidatrici sei circondato, ne basta una così per dimostrare tutti i luoghi comuni.

I Love This Game

Prendo in prestito questo slogan, usato dalla NBA, per parlare della mia prima gara 2008 nel bosco.
Come tradizione, il lunedì di Pasquetta, per alleggerire i sensi di colpa per l'abbuffata del giorno prima, si prende e si va a una gara. L'anno scorso Piemonte, quest'anno Trentino.
E se le previsioni del tempo mi avevano preparato al freddo, la testa non era pronta alla neve.
Sveglia alle sei, tre ore di macchina (grazie agli autisti che mi hanno consentito di dormire), e arrivo sul campo di gara.
La testa non c'è, in parte perché non ho più il fisico per queste levatacce, un po' per la neve, ma soprattutto per l'immondo cappuccio bevuto lungo la strada che ha devastato il mio stomaco (Nota del Lambero Rosso: evitate l'area di servizio che si trova sulla bretella Peschiera-Affi).
Parto e già alla svedese sto per sbagliare. I sarcastici commenti di Andrea Rinaldi mi portano ad attaccare il cervello e concentrarmi nella lettura della carta.
La gara procede con qualche errore, ma (per i miei standard) niente di trascendentale. Opto sempre per scelte sicure, con buoni punti di attacco, aiutato molto dalle tracce sulla neve.
La stanchezza e il freddo, però, minano abbastanza velocemente la mia volontà, notoriamente non d'acciaio.
Peccato, perché la gara è tracciata bene e alquanto divertente. Alla 10, incontro quelli che mi partivano incontro (dai due minuti prima ai quattro minuti dopo), cosa che, considerando la mia bassissima velocità di crociera, mi consola molto dal punto di vista delle scelte tecniche.
La mia intenzione di ritirarmi alla 11 (molto vicina all'arrivo) viene messa alla prova da questo incontro, ma la rampa tra la 11 alla 12, insieme alle nuvole in arrivo, mi riporta sulla retta via.
Rientro alla macchina con i piedi congelati, ma non troppo deluso dallo sforzo.
La mia stagione orientistica sta finalmente iniziando e sarò più costante nei prossimi appuntamenti. L'importante era rompere il ghiaccio (anche se intendevo in senso metaforico...).

venerdì, marzo 14, 2008

Last day in Bratislava

Eccomi qui a riempire l’ultimo giorno della seconda (e spero ultima) trasferta slovacca con i pensieri e i ricordi di questi cinque mesi.
La cosa che mi ha più lasciato basito è la simpatia che hanno dimostrato qui.
Tanto per fare un esempio, oggi la mia responsabile ha preso il giorno libero e ieri neanche si è degnata di salutarmi. Per carità, non è un obbligo di legge, ma io, comunque, a parti inverse non mi sarei comportato così.
La seconda cosa che mi dà da pensare è che, tutto sommato, un po’ mi dispiace interrompere così. è vero che (se non ci si mette di mezzo la nomina ai seggi per le elezioni) il 10 aprile sarò di nuovo qui per il passaggio in produzione, ma comunque c’erano altre cose da fare che non verranno fatte (e comunque non da me).
E la cosa mi stupisce ancor di più quando penso che, al di là dello stare lontano dalla solita routine in ufficio, questa esperienza non ha portato alcun tipo di valore aggiunto, nè a me, nè all’azienda (spero proprio che a nessuno venga in mente di pensare a un Bratislava-ter).
Credo che molto del dispiacere sia dovuto al fatto di non aver dovuto rendere conto praticamente a nessuno di quello che facevo. Cosa che, anche se spesso ha significato non parlare con nessuno, è comunque decisamente ammaliante e provoca dipendenza. Temo proprio che l’impatto con le strette procedure da seguire in Italia sarà pesante.
Ciò nonostante sono veramente contento di rientrare, di ridare alla mia vita quei ritmi normali (seppur frenetici) che l’hanno sempre caratterizzata. Gli amici, l’orienteering, le mie letture (portarsi avanti e indietro tutti i miei fumetti è un gran peso), la famiglia (magari le nipoti smetteranno di scappare spaventate alla mia vista), insomma, le cose veramente importanti.
Infine, grazie a tutti quelli che mi hanno sopportato (e supportato) in questi mesi. So di essere stato abbastanza difficile. Spero che il mio rientro non vi faccia rimpiangere questi mesi (e nel caso, non ditemelo).

martedì, marzo 11, 2008

Bergamo Alta

Sabato scorso, gara a sequenza libera in centro storico tra le mura della città alta.
Nonostante le quindicimila cose che riempioni i miei week-end Bratislava-free, decido di partecipare e faccio subito una vittima illustre: SteGal67, viste le defaillances di Roby e Attilio è costretto ad aspettarmi e partiamo molto tardi da Milano (avendo lui partenza al minuto 1).
Parentesi 1 (per prevenire ogni possibile commento del suddetto SteGal): lo so che mi avrebbe aspettato comunque, ma se ci fossero stati anche gli altri due, probabilmente mi sarei sentito più libero di paccare all’ultimo secondo (cosa che ho comunque fatto il giorno dopo) se fossi stato in ritardo, tanto non viaggiava da solo etc. etc.
Arrivati a Bergamo, parcheggiamo in un posto che sembra comodo, ma rischiamo comunque di perderci per arrivare al ritrovo.
A causa di una serie di problemi logistici, tutto quello che avevamo era un post-it con quattro vie prese a caso dal volantino visto la sera prima. Ovviamente, data la scarsa conoscenza della città le vie (che sul volantino sembravano enormi) erano assolutamente prive di utilità.
Parentesi 2: esimio CRL, potreste gentilmente modificare la query che seleziona le notizie di interesse in modo da evitare che se la gara e’ il giorno 8 pomeriggio, si possa ancora vedere il giorno 8 mattina ?
Al centro gara, corsa a recuperare la busta di società, distribuzione cartellini, preparazione veloce e su verso la partenza (quindici minuti di salita).
In queste condizioni, la mia mente obnubilata e la mia malsana tendenza a cercare idee geniali per la sequenza libera, mi portano a sbagliare completamente il percorso.
Scelgo di affrontare subito le lanterne a Ovest, fuori dalle mura, accorgendomi troppo tardi che in realtà da quelle partiva una stradina dritta verso l’arrivo e tutta in discesa.
Mi deconcentro e rischio di finire fuori carta a un bivio (grazie Rusky per avermi riacceso la testa).
Il giro interno sarebbe anche abbastanza buono, se non fosse che non capisco assolutamente come attaccare i tre punti dentro la rocca. Tra cancelli chiusi e passaggi non chiari, alla fine faccio molta strada inutile (passo tre volte dalla 15 e due volte dalla 10).
La parte finale della gara è solo stanchezza e fatica (avendo sbagliato giro all’inizio, mi trovo a salire di nuovo per ripassare dalla partenza, prima di buttarmi giu’ verso l’arrivo).
In conclusione, una gara pessima, qualche attenuante, ma molto per colpa mia e una stanchezza infinita, che mi ha portato a paccare SteGal il giorno dopo al Parco dei Colli (gara che avrei fatto solo perchè a un quarto d’ora dall’aeroporto).

Collegamento a banda stretta

Sara’ che sul discorso “Collegamento a Internet” qui a Bratislava sono particolarmente sensibile, ma certe decisioni dell’azienda, ma soprattutto le relative comunicazioni (di sotto in corsivo), proprio non mi vanno giu’.

Carissimi colleghi,
nell'ambito delle procedure di miglioramento tecnologico delle infrastrutture e di "svecchiamento" delle medesime, si è monitorato l'uso ma soprattutto le performance, delle linee analogiche di accesso alla nostra rete.
Fantastico. Qualcuno che si pone il problema delle ore che mi tocca stare connesso solo per scaricare il titolo della e-mail.
Sto facendo riferimento al numero Verde ormai utilizzato sempre meno e solo da chi accede tramite modem a 56Kb/sec.
Ommioddio! Parla di chi si collega con il modem con lo stesso tono di chi programma in COBOL.
Ehi! Ma io programmo in COBOL!
E tra l’altro, il mio laptop aziendale non ha il collegamento Wireless, quindi (in teoria) si puo‘ collegare solo con il modem a 56K!
Quindi sta proprio parlando di me.
Inoltre 56 Kb/sec sono solo nominali (di solito, la banda è assai minore), quindi l'accesso è lento e si può lavorare solo per qualche applicazione, perdendo molto tempo.
Ed ovviamente e‘ tutta colpa mia, che sono cosi‘ retrogrado da usare il modem a 56K.
Gran parte di voi usa già tecnologie a banda larga (Fibra Ottica, Adsl, UMTS, etc.), per contro il mantenere attivo il numero verde (a prescindere dall'uso) costa all'azienda.
Ma tu guarda. Ci sono colleghi cui l’azienda paga Fastweb o Alice 100Mega per quando si devono collegare da casa e lavorare. E a me fanno delle storie per il costo del collegamento UMTS dall’estero! (Si‘, lo so che non e‘ vero che l’azienda paga il collegamento da casa, pero‘ sarebbe un’idea per un eventuale benefit...)
Con la chiusura dell'anno fiscale (31 Marzo 2008) si è deciso quindi, di chiudere il numero verde, mantenendo attiva la linea normale per eventuali emergenze.
Quindi, in pratica, l’azienda mi dice che per lavorare fuori sede (a meno che non mi venga fornita la schedina UMTS, discorso sul quale al momento vorrei stendere un pietroso velo) mi devo pagare il collegamento.
Non ho parole.

lunedì, marzo 10, 2008

Sei Nazioni 2008 – Quarta giornata

Come sempre ho visto solo gli incontri del Sabato, quindi non posso commentare Francia-Italia. Speriamo di evitare il cucchiaio di legno, cosa tutto sommato alla nostra portata.
La Scozia che ha battuto l’Inghilterra non mi ha impressionato e fondamentalmente ha vinto per demeriti degli avversari.
La partita tra Irlanda e Galles, invece mi è piaciuta di più.
Il Galles ha un modo di giocare strano, molto attendista all’inizio. E infatti, in tutte le partite di questo torneo, nel primo tempo, ha rischiato di andare sotto, se addirittura non l’ha fatto. Però non molla, non lascia andare via l’avversario e sul lungo periodo rimonta e vince.
Impressionante la superiorità di gioco contro gli irlandesi nei due periodi in cui è stato in inferiorità numerica.
A questo punto, anche se non sono certo che uscirà imbattuto da Parigi, direi che il Galles non dovrebbe più rischiare di perdere il trofeo.

Un’idea chiara del futuro

Dopo solo due settimane dalla richiesta di prolungamento fino al 30 giugno, eccoci giunti al “Piero, non sappiamo cosa farti fare, forse è meglio se da lunedì resti a Milano.”
Alla domanda “Come mai?”, la scena sembra degna di Jake Blues nelle fogne sotto la minaccia armata: “Le specifiche non sono pronte. Le persone del business non decidono. La persona che deve scrivere il documento da oggi è assente per cinque settimane (!). Non è stata colpa mia!!”. (State tranquilli, niente bacio e niente abbandono nel fango, per il momento).
La cosa non è ancora certa (ne stanno discutendo proprio adesso in una riunione) e quindi non mi faccio troppe illusioni (a dir la verità, non so neanche bene cosa augurarmi…), ma la domanda sorge spontanea: “Ma due anni fa, con gente così, come siamo riusciti a fare una figura tanto misera ?”

giovedì, marzo 06, 2008

Quando lanciavo i dadi da 10

Apprendo dal Corriere che è morto Gary Gigax, uno dei due creatori di “Dungeons&Dragons”, il più famoso gioco di ruolo di tutti i tempi.
La scatola base entrò in casa mia un Natale all’università, regalo (interessato?) di un compagno di studi e ne fui subito affascinato, colpito dall’esistenza di un gioco che essenzialmente sta tutto nella tua testa e dalla scoperta dei dadi a n facce.
Ho sempre fatto il master, secondo Attilio in maniera troppo buona (avrebbe dovuto vedere quello con cui giocava mio cugino…). L’unica volta che ho tenuto un personaggio sono stato assolutamente ingestibile: una sacerdotessa di un culto che accettava e promuoveva la ricerca del piacere fisico, per cui, ogni volta che c’era da ottenere qualcosa (un oggetto, un’arma, un’informazione) facevo il puttanone (e via lunghe discussioni sulle modifiche ai dati dovute alle mie mirabolanti capacità amatorie in grado di sciogliere la resistenza di ogni uomo, donna o semi-umano).
Ormai è tanto che non gioco più, vista la difficoltà di riuscire a garantire un appuntamento regolare con un numero adeguato di persone (in questo, i boardgame sono molto più gestibili, visto che i partecipanti possono variare di volta in volta), ma non posso dimenticare alcune scene assolutamente demenziali.

La prima è stata su un treno. Io e i miei compagni di avventura rientravamo da un week-end al mare. Eravamo in quattro e ci eravamo accomodati in uno scompartimento dove avevamo trovato una coppia di signori.
“Buongiorno”.
“Buongiorno”.
Il treno riparte dalla stazione e Lele, così di punto in bianco, inizia a parlarmi.
“Sai, Piero, ho scoperto a cosa servono le fiaschette di olio sacro. Le lanci addosso ai non-morti e dai loro fuoco.”
Ho sentito una ventata di gelo provenire dai due signori, oggettivamente molto spaventati. Sono scesi tre fermate dopo, ma non hanno proferito verbo e non hanno mai avuto il coraggio di guardare nella nostra direzione. E, tutto sommato, li posso anche capire.

La seconda, durante una serata. Il gruppo di personaggi era stato assalito da un’orda di arpie e combatteva disperatamente. Il nano di D. era morto (una costante di quel periodo) e neanche gli altri erano messi benissimo. A. era riuscito a uccidere il suo avversario e giunto il suo nuovo turno di agire uscì con un perentorio “E ora mi attacco all’uccello di B.!” (per la cronaca, questa frase venne battuta solo sei anni dopo, durante una partita di Catan, dall’uscita “Prendete me! Prendete me! Sono una donna di sole pecore!”).

Ne avrei altre da raccontare, ma sono più legate al contesto in cui avvenivano e perderebbero molto della loro comicità.

Spesso mi torna la voglia di iniziare una nuova avventura, con un piccolo gruppo di amici e un’ambientazione di mia invenzione. Ma, un po’ tutte le nuove regole da imparare, un po’ la mancanza di tempo, un po’ la pigrizia, non lo faccio mai.
Magari, quando saranno più grandi, potrei costringere le nipoti…

Abissi Cinematografici

Non mi ricordo se l’ho gia scritto, ma quando sono giù di morale posso finire a guardare di proposito dei film veramente assurdi (se invece la situazione è disperata, vado sul sicuro e mi rifugio in Frankenstein Junior, Animal House e Harry, ti presento Sally).
E’ il caso degli ultimi due film che ho visto, il primo al cinema, il secondo in DVD.

Ho scelto di vedere The Nanny’s Diaries (non so il titolo italiano) perchè con Scarlett Johannson e perchè doveva essere una allegra commediola. In realtà, il film è più una critica ad un certo tipo di famiglia, classico di New York. La storia non convince, alcuni personaggi sono un po’ troppo esagerati e i passaggi chiave del film sono soltanto abbozzati. Non si ride, non si piange e, tutto sommato, il contesto e’ talmente lontano da noi, che nemmeno ti viene da pensare un gran che. Voto: 6-.
Una critica va fatta al trailer, che avevo visto sia in Italia, sia in occasione di precedenti film qui a Bratislava. D’accordo sottolineare gli aspetti che più possono attrarre gli spetattori, ma oggettivamente non c’entra molto con il film.

La mia passione adolescenziale per Meg Ryan e il fatto che il DVD fosse in offerta, mi hanno portato a sorbirmi In the land of women, che per i soliti misteri commerciali è diventato in Italia Quel Bacio che aspettavo. In questo film, i trailer sono ancora più menzogneri che nel caso precedente; ti fanno pensare che succederanno delle cose che nel film neanche vengono pensate; le scene che vengono presentate, nel film appiaono in contesti del tutto diversi. In pratica una truffa.
Ma è passando al film vero e proprio, che la nota si fa dolente. La storia è abbastanza campata per aria, scritta soprattutto per dare spazio al protagonista, star della TV. Meg Ryan non sembra molto convinta del ruolo, ma soprattutto si è rifatta le labbra. L’unica che si salva è Olimpia Dukakis, nel ruolo della nonna matta (o quasi). Ah, e il famoso bacio, praticamente non c’entra niente.
Voto 5-.

A margine del film, brucia molto vedere la differenza tra come sta invecchiando Meg Ryan, incastrata in film e ruoli oggettivamente di basso livello, e come lo sta facendo l’altra mia preferita Michelle Pfeiffer. Non che Stardust fosse un capolavoro, ma comunque, tra i due film non c’è proprio paragone.

Notizie ProTette

Oggi ben tre notizie sull’homepage di Repubblica hanno a che fare con il lato A delle donne.
Si va dalla modella giapponese che è stata assolta grazie alla sua misura di reggiseno, alle nuove linee di reggiseni in fibra di legno, fino alla presentazione dell’ultima linea di Victoria’s Secret.
Sarà la primavera che avanza…

lunedì, marzo 03, 2008

La Fornasetta

Un grosso grazie alle fanciulle che hanno organizzato la serata al ristorante in Via Breda.
La cosa buffa e' che dopo esserci passato davanti praticamente tutti i giorni per piu' di quindici anni, e' stata la prima volta che ci sono andato a mangiare (per Roby e' peggio, perche' e' tutta la vita che abita a meno di 500 metri e non c'era mai andata neppure lei).
Il posto e' carino all'interno, mentre l'essere affacciato su Via Breda e i binari della stazione di Greco-Pirelli rendono l'accesso e l'uscita (specie se si ha ecceduto col vino) un po' pericolosa.
La cucina, comunque, e' di pregevole fattura. Non e' possibile scegliere dal menu, ma la varieta' e la quantita' delle portate non deludono nessuno.
Io ho saltato solo i nervetti e la pasta e fagioli (piatti a me indigesti) e mi e' mancata la voglia di stare a piluccare gli ossicini delle rane fritte (che comunque avevano un aspetto veramente bello).
La cucina e' semplice, ma decisamente buona (solo gli gnocchi con la besciamella non mi hanno entusiasmato). Le porzioni adeguatamente abbondanti (io ho cercato di moderarmi per riuscire ad assaggiare tutto, ma su alcuni piatti non ho resistito). Bevande a copertura di ogni sete.
Ad allietare la serata, il prestigiatore, che girava tra i tavoli, ma che contemporaneamente riusciva a non essere invadente.
Costo finale: 30 euri, che per lo stato in cui sono uscito mi sembrano decisamente equi.

Milano nei Parchi 2008 - Parco delle Cave

Gran pienone, sabato mattina, al Parco delle Cave per la seconda tappa della Milano nei Parchi 2008.
Diverse scuole, molti curiosi e il solito zoccolo duro di fedeli orientisti hanno riempito l'intera mattinata di noi organizzatori.
La giornata tiepida ha consentito a tutti di godersi i divertenti percorsi studiati da SteGal. Alcuni hanno addirittura fatto piu' di un giro!
Per gli agonisti, poi, c'era il trappolone. A un primo giro score, seguiva un secondo giro memory, ovvero ripetere il primo giro, ma senza cartina. Ammetto con tutta la sincerita' possibile che io non sarei stato in grado di effettuarlo, senza ricorrere al buon vecchio metodo "a rastrello", passando cioe' tutto il parco alla ricerca di lanterne, nella speranza fossero le mie.
Molti invece i bravi atleti che sono riusciti addirittura a migliore il tempo del primo giro.
Il prossimo appuntamento, al Monte Stella, dove ci sara' la attesissima gara di Mobile-O (oltre ad altre sorprese che SteGal sta preparando).

The Butterfly Effect

Ovvero, come un piccolo evento possa scatenare un'immane perturbazione.
Venerdi', mentre ero sul punto di prendere l'aereo per tornare a Milano, ho ricevuto una telefonata inaspettata; ero fortemente convinto che la decisione che tale telefonata comunicava non sarebbe arrivata prima di un mese.
Invece, mi avevano stupito.
I testimoni che mi hanno incontrato, una volta atterrato, possono confermare la mia affermazione, classica in casi come questi, "Verra' a piovere...".
Quando la Milano nei Parchi di sabato mattina e' stata baciata dal bel tempo e domenica siamo addirittura arrivati ai venti gradi, ho pensato di essere stato inutilmente cattivo.
Purtroppo no.

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