Ovvero il sabato e la domenica ai Laghi di Fusine.
No, non è che ho passato il week-end con ferro e appretto (anche se domenica avrei anche potuto).
Sabato mattina partenza per il Friuli-Venezia-Giulia, con cinque ore abbondanti di macchina, per raggiungere la sede dei Campionati Italiani Sprint (per il resoconto ufficiale, questo è il sito), una delle pochissime occasioni per me per fare punti e quindi molto sentita.
La giornata è stupenda, il posto fantastico, incuneato tra i monti ancora parzialmente innevati.
Mi avvio per la partenza, con in testa il tarlo di non essere abbastanza concentrato, anche se Farah, che saliva con me, penserà il contrario, tanto stavo zitto.
Arriva il mio minuto e contrariamente al mio solito parto forte (per carità, è un forte relativo). Punto 1 bene, punto 2 con piccolo errorino ma comunque bene; lì mi raggiunge (o lo raggiungo io, non so) un baldo giovane che si butta a rotta di collo verso la 3. Io lo seguo, con un ritmo analogo.
Errorino arrivando sul prato, dovuto probabilmente alla velocità elevata, ma correggo subito. La caviglia sinistra mi fa male, forse nella discesa l'ho posata male. Punzono la 3 e mi lancio verso la 4, con la testa distratta per capire cosa segnala la caviglia.
E lì succede il patatrac. Inciampo, metto male la destra e sento un dolore fortissimo alla coscia.
Stiramento. Provo a camminare, a correre neanche se ne parla. Dopo sei minuti per fare tre punti, ce ne metto dodici per attraversare il prato. La testa va via, non capisco più bene neanche dove sono. Due pensieri si alternano, ritirarsi, finirla ad ogni costo. Per dove mi trovo, non fa molta differenza, almeno fino al punto spettacolo.
Il problema è che la rabbia, il dolore, il pensiero di aver fatto tanta strada per niente, mi deconcentrano e inizio a sbagliare veramente tutto. Non guardo più la cartina, vado assolutamente a casaccio in una zona peraltro priva di riferimenti chiari.
Con notevole sofferenza arrivo alla 11, il punto spettacolo, e sarei anche pronto a prendere il corridoio dell'arrivo.
Ma come sempre nelle occasioni "punto spettacolo+infortunio", qualcuno è lì a prendermi in giro, io mi impunto e decido di finirla.
Arrivo al traguardo in 58 minuti abbondanti, non sapendo come sentirmi, se arrabbiato, deluso, o contento di averla comunque finita.
Direi buona la prima (soprattutto dopo aver visto gli intertempi miei e dei miei compagni di squadra sui primi punti).
Domenica quindi dedicata ad ammirare il paesaggio, mentre gli altri si lanciavano nella prova di Coppa Italia (la seconda che salto quest'anno). Una parte di me voleva comunque provare a fare un giretto, ma il pensiero delle gare vacanzifere mi ha riportato a più miti consigli.
Che poi, vista il resoconto degli atleti, la cartina, la gara degli altri, l'infortunio del Caffa (auguroni!), penso di aver fatto bene.
La delusione è tanta, la stanchezza, viste anche le sei ore abbondanti di auto per il rientro, pure.
Quello che resta, comunque, è un'immagine di un posto fantastico. Se vi capita di andare da quelle parti, non perdete l'occasione di farci un salto. Il posto merita proprio.
3 giorni fa
1 commenti:
Se non fosse che me la sono proprio tirata addosso, ti insulterei... ;-)
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