lunedì, novembre 26, 2007

Alla faccia del tempo variabile!!!

Stamattina, alle 5.30, sono stato svegliato da una pioggia fortissima, con vento che faceva sbattere i goccioloni contro le finestre in maniera rumorosissima.
Alle 8.30, quando sono andato al lavoro, c’era una bellissima giornata di sole, neanche troppo fredda (al di là di un po’ di vento).
Alle 14.00, dopo pranzo, ho intravisto al’orizzonte delle nuvole bianchissime, foriere di brutto tempo.
Adesso, alle 16.50, sta nevicando da paura.
Non mi resta che sperare che, con questo ritmo di variabilità, alle 18.00, quando vado a casa, sia tutto finito...

EDIT: sono le 19.00. Non nevica piu'

Come gestire la priorità - 2a puntata

La raccolta degli episodi divertenti legati a ciò che succede quando avviene l’imbarco di chi ha acquistato il diritto di priorità nei voli Ryanair si è arricchita ulteriormente.
Sorvolando sull’aumento di faccia tosta del sottoscritto, il quale ormai taglia le file, scavalca i vecchietti e calpesta le aiuole (visto che c’è gente peggio di me, è quasi legittima difesa), vi sono ulteriori fatti che mi confermano che il servizio di priorità di imbarco è una mezza bufala.
Ciò che succede a Orio l’ho già detto (anche ieri sono riuscito a prendere il posto alle ali, salendo per primo sull’aereo).
Ma quello che succede a Bratislava cambia di volta in volta (e generalmente senza vantaggio per i prioritizzati). Venerdì, ad esempio, la priorità è stata gestita perfettamente, prima è partito il pullman con quelli che ne avevano diritto; poi il pullman è tornato e ha caricato gli altri.
Quando salgo, però, comincia il cinema. “...e Vi preghiamo per cortesia di mettere gli zaini e le borse di piccole dimensioni sotto il sedile di fronte a voi, e, se possibile, di tenere addosso le giacche, almeno per la fase di decollo...” (mi sfugge dove uno doveva metterle dopo, se le cappelliere erano tutte piene). E’ quindi iniziato uno spostamento generale di tutto ciò che era già nelle cappelliere (che ovviamente era di quelli che avevano la priorità) per far posto al bagaglio di quelli che stavano salendo (che la priorità non l’avevano). Inoltre, chi arrivava dopo, essendo ultimo, aveva ben chiaro se c’era posto per i bagagli piccoli e per le giacche, e quindi le infilava comodamente in cappelliera, mentre i prioritizzati si tenevano tutto in mano o vedevano le proprie cose scorrere lungo la cabina, allontanandosi sempre più.
Qualcuno si è pure incavolato, alzando la voce (giustamente direi), ma ricevendo in prima battuta delle giustificazioni delle hostess che non stavano nè in cielo nè in terra (che per un aereo, non è cosa bella a dirsi...). Al che, la voce si è alzata ulteriormente e, come per miracolo, gli effetti personali che vagavano per l’aereo si sono materializzati nella cappelliera esattamente dove erano stati messi inizialmente.

Un altro mistero, anche se indipendente dalla priorità, è perchè tutti, quando salgono a bordo, invece di scorrere fino al centro dell’aereo e fermarsi all’ultimo posto libero, si fermano subito, prendendosi tutto il tempo per togliersi la giacca, mettere il bagaglio nella cappelliera, aprirlo per estrarne il libro da leggere, spegnere il cellulare, tutto stando bellamente e allegramente in mezzo al corridoio, ovvero in mezzo ai piedi di quelli che stanno aspettando di salire e prendere posto (molti magari sono ancora in fila sulla scaletta, esposti al vento e alla pioggia).
Direte voi che così uno poi scende prima e arriva prima a casa. Peccato che a Orio si scenda dall’aereo per salire sul pullman, il quale ti porta al terminal solo dopo che sono scesi tutti i passeggeri (quindi stai anche in piedi in pullman ad aspettare).
Direte allora che così si è più vicini alle uscite di sicurezza o alle toilette. L’età media non è così alta da far pensare a problemi di prostata e il volo dura solo ottanta minuti e se pensi di averne bisogno (toccandosi i gioielli) al centro sei più vicino alle uscite sulle ali.
Io non so quale è la logica. Io, prima di tutto, punto al centro, in modo da dare spazio anche a chi sta dietro di me; poi, appena arrivo al mio posto (se riesco, lato corridoio), mi metto subito davanti al sedile e da lì faccio le mie cose (spesso salgo già senza la giacca addosso e le letture fuori dal bagaglio a mano): tempo di occupazione del corridoio, meno di cinque secondi.
Ecco, non chiedo tanto, ma farcela in quindici ?

mercoledì, novembre 21, 2007

Oregon

Il terzo gioco provato nel week-end, anch’esso di recente acquisto alla Fiera di Lucca, è un gioco di piazzamento, dove lo scopo è fare punti mettendo i segnalini vicino agli edifici oppure tra loro.
Il posizionamento è legato alle carte che uno pesca e questo fattore casuale un po’ condiziona, ma esistono due bonus che consento di limitare un po’ il fattore C.
L’interazione tra giocatori dipende dalle carte. Nella prima partita ognuno si è curato un po’ la propria zona, nella seconda le carte in giro all’inizio erano le stesse, per cui ci si è veramente accapigliati (o meglio, io che ero l’ultimo subivo le angherie dei primi due).
Roby nella prima partita non ha capito la dinamica del gioco, lasciando me e SteGal a combattere (ha vinto lui di un punto), nella seconda ha visto la luce e ci ha massacrato (in realtà il punteggio è stato molto chiuso, ma lo svolgimento non lasciava dubbi sul risultato finale).
Il gioco è carino, facile da spiegare e abbastanza rapido. Perfetto per serate poco impegnative o con compagni poco propensi a lunghe pensate (peccato che sia solo per quattro giocatori).

I Pilastri della Terra

Uno dei giochi acquistati alla Fiera di Lucca è questo gioco ispirato al famoso bestseller di Ken Follett, che ammetto tranquillamente di non aver letto.
Il gioco appartiene alla categoria Gestione risorse, in cui (come già Leonardo e Puerto Rico, anche se in modo diverso) devi ottenere risorse, lavoranti, bonus e soldi, che poi si trasformano in punti vittoria.
Il gioco è carino, ma non eccezionale. La dinamica è molto semplice, ma esiste diversi fattori casuali che non ti consentono una strategia a lungo termine. L’interazione tra i giocatori è poi molto bassa e, giocando in due o tre, non si arriva mai a rompersi veramente le uova nel paniere a vicenda.
Per la cronaca, una prima partita tra me e Roby è finita con la mia vittoria per differenza Ori (pari punti, due ori in più), la seconda, con anche DiPa al tavolo, ha visto il trionfo di Roby e il mio ultimo posto.
Ho visto che c’è già un’espansione in giro, chissà che non migliori il mio giudizio.

Back to Puerto Rico

In questo lungo week-end italiano dedicato ai giochi sono riuscito a metterci una partita a uno dei miei giochi preferiti in assoluto, Puerto Rico.
Al tavolo con me, Roby, DiPa e SteGal. DiPa era il novellino, la vittima sacrificale.
O almeno in teoria. Dopo una prima mossa che ha spiazzato tutti, o almeno il sottoscritto che era subito dopo di lui, si è difeso bene, commettendo pochi errori (anche se il suo continuo chiedere “Ma per fare questo, cosa devo prendere?” tendeva a deconcentrarmi un po’).
La partita è stata molto combattuta, con un finale molto equilibrato. La vittoria è andata a SteGal, che è riuscito a mettere a frutto un quasi completo monopolio del grano, davanti a me e a Roby, che invece abbiamo cercato di variare il gioco su più fronti.
Rivedendo la partita a mente fredda, posso dire di averla persa a due turni dalla fine, quando, per ottenere soldi con la Factory, ho fatto una fase di produzione, che SteGal ha subito dopo concretizzato in un Capitano dal quale (essendo ultimo) non ho ottenuto neanche mezzo punto, mentre i soldi accantonati non sono poi stati utilizzati perchè nessuno ha più preso il Builder (io ero ultimo e non avrei attivato comunque l’edificio).
A DiPa non ha esaltato, ma io mi sono come sempre divertito un sacco.

La casa dei canti

Ultimo numero dell'avventura di Gea.
Come ammesso dall'autore, la serie doveva durare un paio di numeri in più (un altro anno, insomma), ma ha deciso di finirla lì, al diciottesimo numero.
Questa fine anticipata un po' si sente. La storia resta (volutamente) sospesa in un finale aperto, che però sa di lasciato lì.
I disegni, per quanto molto coinvolgenti, non sono al livello dei precedenti numeri. Le tante sottotrame vengono ricondotte ad un ricongiungimento che le penalizza un po'.
Peccato, perchè la storia non è mai stata banale, trattando di temi raramente riscontrati in un fumetto Bonelli.
A posteriori, forse, l'uscita semestrale (che ha lasciato all'autore la possibilità di gestire tutto il fumetto, sia storia che disegno) ha un po' troppo rallentato il procedere della storia e alla fine ha stancato anche lui.
Comunque, un fumetto piacevole, che non mi pento di aver letto.

martedì, novembre 20, 2007

Pendolari del lunedi’

Questo week-end sono riuscito a rientrare a Bratislava il lunedi’, invece della solita domenica pomeriggio.
Il volo del lunedi’ e’ un po’ diverso da quello della domenica.
Intanto, c’e’ molta piu’ tranquillita’ in aeroporto, la trafila dei controlli e’ molto piu’ rapida e tutti sono di umore migliore.
Ho avuto modo di osservare meglio i miei compagni di volo. A cominciare dal fatto che tutti quelli che di solito trovo la domenica, stavolta sono partiti di lunedi’ (in pratica mi sono litigato il posto con i soliti).
La cosa che mi ha colpito di piu’, pero’, sono state le donne.
Il solito assatanato, direte voi.
E invece no.
Il volo era pieno di mamme, con bambini piccoli (due-tre anni), tutte slovacche che parlavano perfettamente l’italiano, alcune in compagnia della rispettiva madre, tutte senza il rispettivo compagno, che non so se fosse italiano o slovacco, ma comunque rimasto in Italia. I bambini dovevano essere abituati ai viaggi, perche’ nessuno ha fatto il benche’ minimo capriccio per tutto il volo (e soprattutto durante la lunga attesa in pista di decollo). Una sorta di pendolarismo al contrario.
Poi, ovviamente c’era anche la stragnocca. Quella che sul volo da Bratislava noti subito e classifichi come “da Cayenne”, nel senso che non la troverai mai sul pullman dell’Autostradale, ma la vedrai (leggiadra come un gavettone di idrogeno) salire su un Porsche Cayenne (o vettura di analoga categoria) che la aspetta davanti all’uscita, in compagnia di un molto invidiato individuato dal portafoglio pieno.
Quella che non vedi mai nel volo di ritorno alla Domenica pomeriggio, perche’ il fortunato possessore di Cayenne vuole possederla anche la Domenica e quindi torna con il volo del lunedi’.
Certo, il look dell’andata, truccato, elegante, pronto per le serate di vita e’ molto diverso da quello del ritorno, acqua e sapone, capelli raccolti, vestito sportivo, un filo di occhiaie per la stanchezza. Ma tant’e’, il Cayenne e’ nel parcheggio della sua azienda, il week-end e’ stato interessante e sull’aereo ci sono solo i pendolari sfigati e le mamme che tornano a casa…

lunedì, novembre 19, 2007

Tecnologia alla portata di tutti

Domenica mattina, ore 9.05.
Godendomi il fatto di avere tutta la domenica a Milano, sono nel letto, a metà tra lo sveglio e l'addormentato, quando suona il telefono.
Sollevo il ricevitore, "Pronto?"
"Bababababababababababa!". Una voce di bimba che emette suoni convinta di comunicare non so quale importantissimo messaggio.
"Pronto?"
"Bababababababa!"
"Pronto, Giorgia?"
"Bababababababa!"
"Pronto, Alessia?"
"Bababababababababa!".
Riattacco e provo a telefonare ai numeri di casa delle sorelle, sperando di trovare occupato. Primo tentativo, mamma di Giorgia, libero.
Ri-suona il telefono. "Bababababababa!"
Con il cellulare chiamo l'altra sorella. A casa è occupato. E' la conferma. Chiamo sul cellulare.
"Ciao, Piero. Come mai mi chiami a quest'ora?"
"Ho ricevuto due telefonate da mia nipote, ovvero tua figlia."
"Ha chiamato anche te!?!"
"Ah! Non sono il primo?"
"No. Ha chiamato anche la mamma."
"Ah! Bene."
Indagini successive hanno portato alla scoperta del fatto il telefono di casa è un giocattolo fantastico: ha il display luminoso, emette suoni quando schiacci i tasti, fa tutututu, e ogni tanto si sentono anche le voci! (O forse è un tratto genetico, visto che sia mia madre che entrambe le sorelle sono campionesse del mondo di telefonata ininterrotta).
Un tempo, selezionando a caso dei tasti, la probabilità di ottenere un numero corrispondente a una vera utenza era molto bassa. Ora, tra tasti abbreviati e ripetizione degli ultimi numeri, è praticamente certo. Se penso che mia madre riesce, a fronte di un SMS inviato dal cellulare A, a rispondermi sul cellulare B, non avendo ancora imparato il pulsante Rispondi, e mia nipote a 11 mesi già telefona (l'altra, tre mesi fa, mi ha mandato un SMS) ...
Visto poi che i bambini imparano subito le azioni che danno i migliori risultati, sono pronto moralmente a fiumi di telefonate.
Spero che i genitori abbiano iniziato a accantonare il fondo telefono, perché se questo succede quando ancora non sa parlare, figuriamoci da grande...

sabato, novembre 17, 2007

A cena col nemico

O, almeno, quello di un tempo.
Alcuni giorni fa ho ricevuto un invito che non mi aspettavo sarebbe mai giunto.
Un aperitivo (che qui si accompagna spesso con una zuppetta corroborante, specie se, come ieri, nevica e tira un vento polare) in compagnia di due persone con le quali, ai tempi del precedente progetto, erano volati alcuni stracci.
Ma il tempo, come sempre, arrotonda gli spigoli. Il progetto è andato maluccio anche senza il mio contributo e ciò nonostante (o forse proprio per questo) mi hanno richiamato; una delle due persone ha trovato pane per i suoi denti nel progetto successivo e a ritenuto il caso di levare le tende; l’altra, ormai priva di sponde di lingua inglese, si è un po’ addolcito.
Io, lo ammetto, all’inizio ero un po’ teso. Alcuni scontri verbali erano ancora vivi nella mia memoria, e il fatto che i lazzi e le battute fossero tutte rivolte ai consulenti che gestiscono (bene? male?) il passaggio all’Euro, non mi tratteneva dal pensare che molte di queste erano (o potevano essere) state rivolte a me o ai miei colleghi quindici mesi fa.
Quando finalmente, però, si è smesso di parlare di lavoro e si è passato ad altro, allora il clima si è stemperato un bel po’ e mi sono decisamente divertito.
Il che conferma una cosa. Un anno fa, qui, questi non ci volevano proprio.

giovedì, novembre 15, 2007

I now pronounce you Chuck and Larry

Da noi presentato come “Vi dichiaro Marito e Marito” che, una volta tanto, e’ una traduzione abbastanza fedele.
Si tratta di una commedia abbastanza gradevole, che ruota intorno ad una coppia di amici in cui uno, vedovo, per ottenere sostegno dalle istituzioni americane, in modo da riuscire a sostenere i propri figli, chiede e ottiene dall’altro, noto sciupafemmine, di mettere in piedi una unione gay.
La cosa nasce in sordina, ma presto iniziano gli equivoci, sia sul posto di lavoro (sono entrambi vigili del fuoco), sia con gli ispettori federali, sia con l’avvocatessa che li deve difendere.
Il film riesce a mantenersi sempre in equilibrio tra la denuncia delle discriminazioni, la presa in giro di certi cliché’ gay e la celebrazione dell’amicizia tra i protagonisti, anche se alcuni personaggi di contorno erano forse un po’ esagerati.
Il finale, forse, e’ l’unica cosa un po’ debole, ma d’altra parte, vista come era stata imbastita la trama, qualunque altro lieto fine era abbastanza impraticabile.
Insomma, una commedia dove si ride, anche se non ci sbellica, ma che comunque ti lascia un buon sapore in bocca.
Voto: 7.

martedì, novembre 13, 2007

Excuse, Piero, but what's happened in Rome?

Tutti i miei colleghi qui a Bratislava che, di solito, mi rivolgono la parola solo sotto minaccia armata o nel bisogno piu' disperato, oggi sono venuti a cercarmi per farmi questa domanda.
Si parla delle violenze seguite alla morte del tifoso laziale prima di Inter-Lazio.
Mi astengo da giudizi sulla vicenda, per tutta una serie di motivi.
Pero' una cosa la devo dire: "Bella figura di me..a agli occhi del mondo!".

Primi segnali di insofferenza

Sono un po' preoccupato.
Non e' neanche un mese che sono qui (quindi meno di quattro rientri) e gia' inizio a vivere male i viaggi.
Il primo indizio e' la scarsa fiducia nei tassisti locali. Venerdi', pronti via, mi ha gabbato dieci euri, con alcune stradine che, se in teoria dovevano evitare il traffico, in realta' si sono tradotte in giri inutili per viuzze dove temevo sempre che saltasse fuori qualcuno e finisse sotto (o peggio, mi rapinasse). Domenica, invece, il conducente, era gentilissimo (ha cercato di comunicare con me, ma io non sapevo slovacco e tedesco, lui non sapeva italiano e inglese; e' finita che e' riuscito solo a dirmi, in un tedesco che ho capito non so come, che quella che vedevo era la prima neve dell'anno), ma mi sembrava altamente imbranato (o forse solo preoccupato dalla neve).
Il secondo e' la scarsa sopportazione delle code in aeroporto. Vi ho gia' parlato di come gabbare il discorso del check-in prioritario (domenica, ero ancora una volta nei posti migliori), ma un paio di accidenti alla coda ettometrica (non scherzo, saranno stati due-trecento metri) per i controlli di sicurezza li ho tirati.
Il terzo e' il desiderio di non essere disturbato in volo, sia per acquisti inutili, ma soprattutto da imbranati che ti rovesciano addosso (in assenza di turbolenza, perlatro) la bibita o il bagaglio.
Avrei anche da parlare della maleducazione dei conducenti del pullmann da Orio alla Cascina Gobba, ma me lo tengo per quando succedera' di nuovo.
Insomma, se dopo sole tre settimane, son gia' a questo livello, cosa succedera' tra tre mesi?

L’abominevole uomo delle nevi

Il mio rientro a Bratislava e’ stato caratterizzato dalla neve. Dieci centimetri sulla pista d’atterraggio e rimasugli sparsi un po’ dovunque per le vie del centro.
Tenuto conto che i contatti umani sono sempre scarsi e quasi tutti attraverso freddi strumenti quali mail o brevi sms, sento che mi sto lentamente avviando sulla strada dello Yeti.
Che con il vento freddo che tira questi giorni, aiuterebbe anche un po’…
Certo, dovrei essere un po’ piu’ peloso (e cosi’ recupererei anche un po’ dei capelli persi in questi anni…)

domenica, novembre 11, 2007

Chi eri nella tua vita precedente?

Vagando in internet ho trovato questo giochino che ti dice, in base alla data di nascita, chi eri nella tua vita precedente.
Io ho ottenuto la seguente risposta:

Lavoro: Non so come possa farti sentire, ma nella tua vita precedente eri di sesso MASCHILE ed eri un INGEGNERE o un DISEGNATORE DI MAPPE ..

Zona: a quel paese....

Periodo storico: nei primi anni D.C.

Un breve profilo psicologico della tua vita precedente:
Carattere rivoluzionario. Hai probabilmente provocato dei cambiamenti in ogni campo: politica, affari, religione. Probabilmente un leader del tuo tempo

Sul carattere rivoluzionario si può discutere, ma l'ingegneria e le mappe devono essere scolpiti a fuoco nel mio Karma (per la cronaca, a militare ero nel nucleo topografi).

Home Sweet Home

Mentre sono comodamente accomodato in casa a Milano, in attesa di prendere il solito volo per Bratislava, penso con liberazione che finalmente non devo più stare in albergo, perchè finalmente ho preso possesso dell’appartamento in cui starò durante la mia trasferta slovacca.
Il posto è in pieno centro, comodo sia per andare in ufficio sia per fare un giro per le vie principali del borgo.
A dir la verità, l’impatto con l’androne e l’ascensore è stato un po’ traumatico, ma tutto funziona e, soprattutto, una volta superata la porta d’ingresso dell’appartamento è tutta un’altra scena.
Dall’annuncio, mi aspettavo un monolocale con cucinotto e servizi, ma lo spazio è veramente tanto (anche se forse usato male).
La cucina è enorme, il soggiorno/camera da letto molto spaziosa e c’è pure un ingresso molto ampio (nella mia concezione, questo è spazio sprecato).
Poi, come usa da queste parti, il bagno e la tazza sono in due bagni diversi, che se da un lato ha degli indubbi vantaggi odoriferi, dall’altra mi costringe a passare dalla cucina per andare a farmi la doccia.
L’arredamento è discreto e la dotazione di elettrodomestici è di tutto rispetto. E mi fanno pure le pulizie settimanalmente.
Direi che dovrei trovarmici bene.
Le uniche pecche: manca una rete wireless da scroccare, ma, soprattutto, mi sono accorto dopo che manca la lavatrice, cosa che mi costringe a fare il pendolare della biancheria sporca (camicie e vestiti andavano comunque in lavanderia).

Assente (in)giustificato

Quest'ultima settimana sono stato assente dal blog.
Incompatibilità tra i momenti in cui avevo qualcosa da dire e quelli in cui avevo una qualunque connessione attiva.
Aggiungete che ero in compagnia negli altri momenti e risulta chiaro che la vita reale ha battuto 5-0 la vita virtuale.
Questa settimana dovrei essere più presente, anche se solo dopo una certa ora (causa limitazioni dei proxy in ufficio).

lunedì, novembre 05, 2007

Leonardo da Vinci

La sera prima di partire per Lucca, per entrare nello spirito giusto, serata di gioco (la prima dopo tanto tempo).
Ospiti Max e Nat che ci hanno portato alcuni dei giochi che avremmo poi comprato il giorno dopo.
La prova e' stata fatta con Leonardo Da Vinci, gioco di quelli che potenzialmente mi dovrebbero piacere molto, stante la quasi assoluta assenza di fattore casuale.
Lo scopo del gioco e' ottenere piu' fiorini degli altri mediante la costruzione di invenzioni, per le quali sono richiesti lavoratori, laboratori e materie prime.
Il punto chiave del gioco e' il posizionamento degli segnalini che rappresentano i lavoratori, che o producono materie o collaborano all'invenzione.
Ovviamente io, come faccio sempre, non capisco una regola fondamentale e canno clamorosamente la prima mossa. Da li' mi deprimo e gioco poco convinto fino quasi alla fine, dove finalmente capisco alcuni punti chiave della strategia, che Max non aveva spiegato.
La partita e' una battaglia tra poveri (io e Max), mentre le fanciulle hanno fatto il bello e il cattivo tempo. Vince alla fine Roby, di una incollatura su Nat e Max (ucciso da due mie mosse).
A mente fredda devo dire che il gioco e' carino (da riprovare con piu' attenzione), anche se la configurazione iniziale per principianti non mi sembra molto equilibrata.

Come un bimbo davanti all'albero il 25 dicembre

Sabato, viaggio a Lucca in occasione della Fiera del fumetto e del gioco da tavolo.
Il fatto che abbiano concentrato in un unico luogo due delle mie principali passioni (per la terza, mi sono dovuto acconentare della cartina della città per capire dove andare...) è stato irresistibile. Grazie alla compilicità di Roby e Attilio (la prima interessata ai giochi, il secondo che ha barattato un pranzo per la guida al ritorno) il viaggio è stato organizzato in men che non si dica e la soddisfazione complessiva è stata notevole. Prima, giro esplorativo al padiglione dei giochi (per vedere cosa acquistare), poi io in giro per fumetti, Roby e Attilio al ristorante, alla fine ricongiungimento per gli acquisti ludici.
Dall’ultima volta che ci sono andato dieci anni fa, la manifestazione si è ingrandita e si è spostata dal palasport per diffondersi nella città, con padiglioni in tutte le piazze principali. Questo ha implicato che l’intera cerchia muraria era invasa da migliaia di ragazzi alla ricerca del loro fumetto preferito, del manga mancante, dell’anime fresco di masterizzazione, con un colpo d’occhio veramente impressionante.
Moltissimi i cosplayer, ovvero persone che si divertono (concordi, Rebelot?) a travestirsi da personaggi di film, fumetti, ma soprattutto manga e anime. I migliori, per me, quelli che si sono vestiti da Star Wars, con Darth Vader, la guardia imperiale, i sabbipodi e tutti gli altri, tutti in costumi perfetti.
Dal punto di vista degli acquisti, sono soddisfatto. Alcuni giochi nuovi, di cui vi parlerò a prova effettuata, ma soprattutto diversi buchi colmati nella mia collezione di fumetti.
Una certa qual lacrimuccia, poi, subito seguita da un istinto assassino nei confronti di uno accanto a me che minacciava di portarmi via una delle ultime tre copie rimaste, quando ho trovato in uno stand l’ultimo DVD della Collector’s Edition di Last Exile, anime per me bellissimo e la cui pubblicazione era sospesa da quasi due anni dopo il penultimo disco.
Alla fine ero esausto, avendo girato tutti gli stand senza neanche una pausa per mangiare, lo zaino pesava come un macigno e non sono stato in grado di fare nemmeno un piccolo turno alla guida durante il ritorno.
Ma la pila di oggetti acquistati, lì sul tavolo del soggiorno mi rende veramente pieno di gioia.
Come un bambino la mattina di Natale...

sabato, novembre 03, 2007

Brrrrividooo!

Il portatile aziendale ha fatto il cattivo. Ha dato schermo blu all'accensione e non ne ha voluto sapere di partire.
Senza l'aiuto di Vinnie the Horse, mai sarei riuscito a farlo ripartire (ero già pronto moralmente all'acquisto di un Vaio tutto mio). Peccato che questo mi sia costato una mattina in ufficio non prevista e quindi persa.
Ma adesso tutto OK e domani vi racconterò la mia giornata a Lucca tra giochi e fumetti (mandate qualcuno a trascinarmi via!).

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