lunedì, luglio 31, 2006

Primo week-end di libertà

In questi giorni segnati dalle polemiche sull'indulto, io ho iniziato a godere della mia riduzione di pena.
Il primo week-end è stato caratterizzato da:

  • shopping elettronico di discreto livello (sto iniziando a pormi il problema di un nuovo televisore, ovviamente HD)
  • relax assoluto
  • iniziare a mettere a posto le cianfrusaglie di rientro da Bratislava
  • organizzazione di un percorso dimostrativo di Orienteering all'Idroscalo
  • approccio al CruciPeres (altamente negativo)

L'organizzazione all'Idroscalo è andata bene, ci sono stati più partecipanti dell'anno scorso, anche se eravamo in una zona un po' lontana da cuore del viavai. Manifestazioni di questo tipo, come già la "Milano nei Parchi" per le scuole, dovrebbero essere pompate ancora di più per riuscire a promuovere tra i giovani questo bellissimo sport.
Per quello che mi riguarda, il bello è stato il non avere il solito vincolo temporale delle cinque e mezzo (anzi, a quell'ora ho dedicato un solenne gesto dell'ombrello a Autostradale e SkyEurope).
Questa settimana, cene di festeggiamento del rientro.

venerdì, luglio 28, 2006

A casa, finalmente

E così è finita.
L'esilio slovacco ha visto la sua conclusione.
Il viaggio è volato (scusate il gioco di parole) e la gioia di essere definitivamente a casa ha trovato libero sfogo.
Da domani si torna alle sane e vecchie abitudini, film in italiano, fumetti, pasta decente, e quant'altro.
E per ben cominciare, domenica garetta di orientamento all'Idroscalo. Non mancate!!

Saluti e Baci

Un'ora e poi ciao, addio, al prossimo progetto. Quando passate in Italia, chiamate, mi raccomando.
Tutto questo sapendo che probabilmente non succederà, che il separarsi cancella molte delle incomprensioni, dei problemi, dei litigi, ma non è che per questo si è diventati pappa e ciccia.
Comunque, gli ultimi saluti mi stanno lasciando uno strano sapore in bocca.
La voglia di tornarsene a casa, di lasciare questo campo di battaglia, sono sempre lì immutati.
Ma il pensiero di lasciare a metà delle cose, di abbandonare gente che dovrà scontrarsi con le castronerie che involontariamente ho fatto, di non essere qui quando il progetto finalmente arriverà a una positiva conclusione (se ce le farà, e io sono abbastanza convinto di sì), beh tutto questo mi lascia con un po' di sensi di colpa, che tutto sommato non dovrei avere.
Sinceramente, non vedo l'ora di essere sull'aereo, rivolto verso casa, dove tutti questi falsi problemi assumeranno un aspetto più semplice da gestire. E dove questa pagina si chiuderà definitivamente (?).

Belli e Brutti di un anno a Bratislava (1)

Il peggio in assoluto di quest'anno a Bratislava è il non esserci stato quando ce n'era bisogno.
Quando un parente era in ospedale (e quest'anno ci sono passati in tanti), quando un amico si rompeva il femore, quando un'amica aveva problemi di cuore, quando semplicemente qualcuno poteva aver bisogno di un consiglio, una parola di sostegno o soltanto un abbraccio silenzioso.
Qualcosa ho fatto, qualche visita, qualche telefonata, un aereo alle cinque della mattina, molti week-end di corsa a dedicare quindici minuti a tutti quelli che potevo (ma solo quindici e poi ciao, ci si rivede tra qualche settimana), ma ogni tanto penso che non è stato abbastanza.
Spero di recuperare e di farmi perdonare.

Il meglio di quest'anno, l'arrivo di Giorgia, la prima nipote.
Intanto perchè è nata tra il mio decollo da Bratislava e l'atterraggio a Orio, giusto in tempo per darmi la possibilità di vederla subito (è da queste piccole attenzioni che si dimostra quale è lo zio preferito).
Poi perchè ha capito subito come incastrarmi (niente pianti e grandi sorrisoni).
Infine perchè lei ancora non lo sa, ma sarà un'orientista provetta (il lanternino sulla culla, già ce l'ha, la bussola arriverà presto).

giovedì, luglio 27, 2006

Belli e Brutti di un anno a Bratislava (2)

Ciò che mi ha veramente deluso durante questa esperienza è stato il comportamento della mia azienda.
Attenzione, non sto parlando tanto delle persone che ne fanno parte, quanto delle azioni che alcune di esse, soprattutto qui in Slovacchia, in quanto ricoprenti un ruolo ben preciso, hanno o non hanno fatto, generalmente sulla mia pelle.
L'ultima, in ordine di tempo, cinque minuti fa, quando ho scoperto che il responsabile del progetto da parte della banca non sapeva che domani è il mio ultimo giorno. Ma porca puttana! E' una decisione che le tre sedi coinvolte nel progetto hanno preso quattro mesi fa (centoventi giorni, mica ieri) e non c'è stato un cavolo di nessuno tra quelli responsabili dei piani, delle allocazioni delle risorse, degli status meeting (e sarcazz cos'altro) che si sia degnato di dirlo con un po' di anticipo?!?!?!? (E' vero, avrei potuto farlo io, ma con quale autorità visto che non conto una fava in questo progetto?)
Inoltre, per essere una grande multinazionale con filiali in tutto il mondo, mi è sembrato che sia mancata una visione di insieme del progetto, ogni unità territoriale coinvolta non ha mai cercato di integrarsi con le altre, mirando a prendersi tutti i meriti e tutti i soldi e a scaricare sulle altre colpe e costi, lasciando così i poveri uomini sul campo in balia delle decisioni della banca.
Ad onor del vero, noi italiani (io, l'ammiraglio, il nostro management) un po' ci abbiamo provato a vedere il progetto come fatto da un'unica entità. Però, se da una parte c'è mancata un po' di convinzione a portare avanti questa posizione, è anche vero che a voler stare insieme bisogna essere in due, altrimenti è meglio lasciarsi prima che volino le stoviglie (e qui ne sono volate, eccome!!!).

Per fortuna, in questo esilio ho avuto al mio fianco uno dei migliori compagni di sventura che potessi trovare, l'Ammiraglio.
Sempre allineati e coperti, mai un passo senza prima confrontarsi, a un certo punto siamo arrivati a discutere del fatto che non si poteva continuare ad essere sempre d'accordo al 100% (così, tanto per trovarsi in disaccordo su qualcosa).
L'Ammiraglio è stato il contraltare ai miei alti e bassi, che subisco molto frequentemente, uno sguardo critico sulle mie stronzate, che dico ancora più spesso, e un degno compagno di bevute e mangiate.
Anche molti altri colleghi (o meglio amici), mi sono stati vicini nello spirito e un ringraziamento va anche a loro, perchè se è vero che in quest'anno a Bratislava non c'è stato molto da ridere, quelle poche volte che ci si riusciva, spesso era merito loro.


PS: lo so che esistono posti di lavoro ben peggiori del mio, ma io posso lamentarmi solo di quello che conosco...

mercoledì, luglio 26, 2006

Belli e Brutti di un anno a Bratislava (3)

Bratislava è una città carina, almeno nella sua parte vecchia.
Soprattutto, si respira la voglia di crescere, di migliorarla, di renderla più vivibile. In un anno che sono stato qua hanno inaugurato un nuovo ponte sul Danubio, rifatto le piazze principali, ristrutturato diversi edifici storici e adesso (purtroppo per le mie orecchie) stanno rifacendo Obchodna, un po' come dire Corso Buenos Aires.
Che l'attenzione sia comunque rivolta alla gente lo noti da molti particolari; per esempio in tutte le piazze ci sono moltissime panchine, spesso ci sono spettacolini o manifestazioni sportive o culturali, il collegamento Wi-Fi gratuito è sempre presente.
Certo, negozi e ristoranti stanno prendendo possesso di quasi tutti i locali in centro, ma se contemporaneamente sostengono queste attività mi sembra uno scambio abbastanza equo.
Decisamente un bel posto dove trascorrere un periodo d'esilio, se non fosse per gli slovacchi (rimanete collegati, se ne parlerà in una delle prossime posizioni della classifica).

Una cosa che mi è mancata moltissimo è stata la possibilità di parlare in italiano, soprattutto il fare battute, doppi sensi, sparare vaccate a raffica. E' vero che a lungo c'è stato ben poco da scherzare, visto come stava andando il progetto, ma è anche vero che sparare una battutaccia, magari anche volgare, nel momento di massima tensione mi ha sempre aiutato a mettere le cose nella giusta prospettiva.
Per un anno, tutto questo mi è stato vietato (con l'esclusione dei week-end dove diventavo un autentico Kalashnikov di minchiate).
Credo che per rientrare nella vecchia media, mi ci vorranno diversi mesi a ritmo sostenuto.
Poi non dite che non vi avevo avvisato...

Spazio, ultima frontiera del turismo

Come sempre d'estate spuntano le notizie inutili.
Repubblica è riuscita a metterne vicine due che prese singolarmente si guadagnano un bel chissenefrega a ventiquattro carati, ma complessivamente aprono uno scenario molto curioso.
La prima riguarda l'attenzione crescente verso il turismo spaziale. Attualmente il costo è un po' altino (ventisette milioni di euro) ma sono fiducioso che presto arriveranno compagnie low-cost. Certo per arrivare sulla luna dovrai fare uno scalo su Titano e aspettarvi dodici cicli gioviani, ma il tutto ti costerà solo quindici euro più tasse e contributo carburante.
La seconda riguarda le problematiche del fare sesso nello spazio. Elevata sudorazione, difficoltà di movimento, scarsa pressione sanguigna e conseguente ridotta erezione sarebbero ostacoli non secondari a una soddisfacente rapporto.
Secondo me, sotto queste ipotesi, il turismo spaziale non ha un grande futuro. Nel rapporto prezzo/prestazioni mi sembra che la Thailandia continui ad essere più conveniente...

Strike!

Non parlo dello sciopero di oggi dei Farmacisti (che a quanto pare è illegittimo) o quello di settimana scorsa dei tassisti (che forse non era illegittimo, ma secondo me non era neanche giusto).
Ieri sera siamo andati al Bowling (gli inglesi, con più precisione, lo chiamano 10-pin Bowling, perchè evidentemente ce ne sono anche altri). Sapevo da ottobre che c’era questo posto, ma non l’avevo mai proposto per paura che la mia spalla si ribellasse (e non sarebbe bello proporre una cosa e uscirne con un arto staccato...).
A posteriori posso dire che è stato un peccato. La spalla mi ha dato sì qualche fastidio ma in poco tempo sono riuscito a prenderle le misure e tirare normalmente.
Erano sei o sette anni che non andavo a un bowling, ma devo dire che me la sono cavata abbastanza bene, comunque sui livelli di un tempo.
Nella prima partita, sembrava che fosse l’anzianità e l’esperienza collegata a guidare il gioco. Bill e Donald a giocarsi la vittoria sopra i centocinquanta punti, io intorno a cento e le figlie di Bill a prendere di mira i canali esterni.
Nella seconda, i vecchi hanno accusato un calo (di mira, di fortuna, non lo so), le novelline hanno improvvisamente capito come tirare (anche se i tiri di Claire erano talmente lenti che nell’urto con i birilli era la boccia che rischiava di uscirne male) e la partita è stata molto più equilibrata.
Dato che, come il buon John Belushi insegna, quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, posso confermare che Sarah è proprio una bella ragazza (voto nove, cinque anni in più e sarebbe dieci) e che, nonostante questa distrazione, ho vinto io all’ultimo tiro.
Una considerazione a margine.
Una caratteristica del mio bowling è sempre stata (e anche ieri si è confermata entrambe le volte) quella di riuscire a fare strike o spare all’ultimo tiro per ottenere il tiro supplementare. Visto che il costo della partita è lo stesso sia che il tiro supplementare lo si faccia sia che non lo si faccia, si tratta del classico caso di braccino corto. Però di precisione.

martedì, luglio 25, 2006

Belli e Brutti di un anno a Bratislava (4)

Una cosa bella dello stare a Bratislava è la possibilità di vedere da lontano e con occhi diversi quello che succede in Italia. La convinzione che la situazione reale non sia come la dipingono i media è abbastanza radicata in me, ma vedere come le notizie vengono date all'estero lo conferma.
In più la cosa è disintossicante, non vedere tutti i giorni tizio che replica a caio che replica a sempronio per argomenti assolutamente irrilevanti solo per poter dire che il mio schieramento è veramente democratico mentre il tuo è disfattitsta e bugiardo aiuta a collocare i problemi nelle giuste caselle.
Anche il mondiale, visto da qua, è stato più tranquillo, senza gli eccessi nel creare l'attesa, nel celebrare i risultati, nell'esaltare la festa.
Di contro, una cosa brutta (legata proprio alla lontananza) è stata questo pendolarismo di lunga percorrenza.
Per carità, il mondo è pieno di pendolari (vedi la Cri, che probabilmente è messa ben peggio di me) e comunque è meglio un week-end di corsa (orientistica o no) con gli amici e la famiglia che un week-end tranquillo da solo.
Comunque, l'ansia del tempo contato, i casini per gli amici quando per riuscire a organizzare il tutto bisognava prevedere partenze antelucane, passaggi forzati per Orio e quant'altro, hanno notevolmente abbassato la mia qualità della vita.
Se poi ci si aggiungevano i ritardi dei voli (a volte anche quattro ore...), il quadro era completo.

lunedì, luglio 24, 2006

Belli e Brutti di un anno a Bratislava (5)

In questi ultimi cinque giorni di esilio bratislavo, mi capita spesso di ripensare a quest'ultimo anno e ciò che di bello o di brutto mi ha portato.
E così, eccovi una classifichina delle cinque cose brutte e delle cinque cose belle avvenute in quest'anno, così come le ho viste dalla posizione in cui ero.
Oggi vediamo cosa c'è in quinta posizione.
Di bello, le ragazze slovacche. Non che le italiane siano brutte, anzi, generalmente le ragazze italiane veramente belle sono mille volte meglio delle slovacche. La differenza è la media, che qui è decisamente elevata. Il torcicollo a furia di voltarsi e la muta di ormoni formato pantegana sono stati due rischi che sono riuscito a scongiurare facendo ricorso a tutte le mie doti ascetiche.
Magari ci sarebbe un po' da lavorare su come si vestono (tutti i maschiacci mi faranno notare che è più importante come si s-vestono)
Di brutto, la cucina slovacca (se escludiamo la carne). Dopo alcuni esperimenti suggeriti dal buon Miro (che infatti dopo non è più venuto a pranzo con noi) e miseramente falliti (specie di torte salate, ma dolci, spiedini al forno fatti su nella pastella fritta, specie di gnocchi con una crema di latte acido che ha richiesto poi litri e litri di acqua per riportare la gola a un livello di secchezza non sahariano), lo stomaco ha diretto il sottoscritto verso due semplici scelte: carne alla griglia o propria cucina.

Troppo difficile

Sta per arrivare il nuovo CruciPeres, il cruciverba impossibile di Ennio Peres (famoso esperto di giochi, enigmistica e simili).
Per me sarà il terzo anno che proverò a farlo, spero con risultati migliori dei precedenti (neanche le sigle ho completato...).
Se qualcuno è interessato a provare la soluzione e vuole condividere l'impresa con il sottoscritto (io ti passo un'orizzontale, tu in cambio mi risolvi una verticale), mi contatti, tanto non c'è nulla in palio se non l'onore, e quello se lo contendono i campionissimi italiani di cruciverba.
Stasera, per fare un po' di palestra, tiro fuori un vecchio Bartezzaghi...

L'ultima volta

“Prozim?”
“Janackova Ulica, please”
“One moment,please”
E cominciano ricerche sulla mappa della città, richieste ad altri tassisti, telefonate in centrale, finchè non si capisce dove cavolo è sta via di m…a. (Ma caspita, è in centro, proprio a quattrocento metri dalla piazza principale, è solo una traversa un po’ nascosta!).
Ieri sera è stata l’ultima volta di questa trafila.
Come è stata l’ultima volta del volo Skyeurope NE 367 per Bratislava, il controllo documenti del “M. Stefanik Letisko”, e tutte le cose che caratterizzavano questo volo.
Pensavo che le avrei vissute in maniera diversa, quasi osservandole in slow-motion per cogliere il più piccolo particolare.
Invece no, la ormai raggiunta normalità di questo pendolarismo aereo ha cancellato ogni sentimento. Il desiderio di arrivare a destinazione il più presto possibile ha vinto su tutto.
Ora comincia l’ultima settimana, con una tabella di marcia ormai stabilita e alquanto intensa. Mi sembra di essere tornato all’ultima settimana di militare (anche se in realtà, allora il congedo era di mercoledì, tre giorni dopo l’ultima licenza), l’unico pensiero fisso sul viaggio di rientro.
Il rientro alla normalità.

Rat-man

L’ultimo numero di Rat-man è spettacolare.
Con “Come dice Freud: «Chi cita, ha bisogno di fare sesso»” comincia una storia stand-alone, piena di battute, citazioni e doppi sensi da richiedere almeno una seconda lettura per apprezzarli tutti.
Tutto ruota sulla solitudine degli uomini e la soluzione che molti di loro (tutti?) trovano a tale problema: la masturbazione.
Tutti i luoghi comuni vengono presi di mira, tutte le situazioni classiche vengono dissacrate (“La masturbazione mi ha sempre fatto molta compagnia. Certo, molte persone per non sentirsi sole comprano un cane. Ma i cani non hanno il pollice opponibile. E quando lo scoprono, li abbandonano in autostrada”).
Per chi non è avvezzo allo stile di Leo Ortolani e non ha mai letto Rat-man, questa è un’ottima occasione per farsi quattro risate di puro gusto.

Kyashan, la rinascita

Signori, ecco a voi un autentico PACCO.
Venerdì sera, appena atterrato, ho ricevuto un invito ad andare al cinema, ma la Farah mi ha consentito di scegliere cosa vedere. Nella tristezza estiva del programma della Bicocca, attratto dai ricordi di gioventù davanti al cartone animato (il cyborg, il cane robot, la mamma cigno meccanico, l’eroe odiato dall’umanità in quanto non più umano...), ho proposto questo film, sperando di rivivere le emozioni del bambino che ero (e che ancora sono). Per citare i classici, “La sventurata rispose”. (Va bene, Farah. Con questo pareggiamo il famoso risotto con le fragole...).
Il film in realtà non c’entra molto con il cartone, anche se ci sono ogni tanto alcune citazioni: il cane Flender (anche se non è un robot), il casco usato nella serie animata (che viene distrutto nel primo combattimento), i robot dell’armata dei cattivi (cattivi?).
La trama scorre con una lentezza degna dei migliori film russi, ripetendo gli stessi concetti più volte (a volte addirittura nello stesso dialogo), oscillando tra la denuncia dell’inutilità della guerra, la violenza legata alle discriminazioni di ogni tipo, il desiderio di mantenere costantemente in vita la propria amata e il desiderio dei figli di ribellarsi ai genitori per plasmare un mondo nuovo.
La confusione di tutti questi elementi non poteva che essere risolta in un solo modo, ormai classico nella fantascienza giapponese (Akira!?!), una bella mega esplosione purificatrice, che lascia soli i protagonisti di fronte a loro stessi per la resa dei conti finali (con alcune sorprese, che in fondo sono l’unica cosa salvabile di tutto il film, e altre cose così scontate che veniva da urlare), dalla quale non si salva nessuno (vi dico come finisce così vi passa ogni residuo desiderio di andarlo a vedere).
In pratica, due ore e mezzo di noia, con uno stile visivo dove i colori erano spesso così intensi da dare fastidio, alternati a scene sgranate per dare l’impressione delle cose passate.
Lo spettacolo ha iniziato ad essere divertente nell’ultimo quarto d’ora, quando l’incredulità e la sopportazione del pubblico in sala hanno lasciato il posto all’ironia.
L’apoteosi mentre esco e scorrono i titoli di coda.
Un tizio sta rispondendo alle domande delle sue vittime (nella mia testa, ogni gruppo di spettatori ha un colpevole, magari con delle attenuanti, come il sottoscritto, e una o più vittime) che non hanno capito nulla del film, esordendo con “Alla terza volta che l’ho visto, ho finalmente capito che...”. Io mi fermo a guardarlo incantato. Lui se ne accorge e si bulla di ciò con le sue vittime (c’erano fanciulle e quindi bullarsi aiuta il cucco). Io mi avvicino e lui insiste con il bullarsi. “Ma scusa, ma davvero hai visto questa roba TRE VOLTE?!?!?” “Sì, una volta anche in inglese!” “Complimenti! Un bel coraggio!!!!” E me ne sono andato (avrei anche potuto infierire sul fatto dell’inglese o sul fatto che non erano necessarie tre visioni per capire, ma mi sono trattenuto), lasciandolo lì un po’ basito.
Ribadisco, evitate questo film come la peste...

giovedì, luglio 20, 2006

Problemi di rete

Per tutta la giornata la rete in ufficio è stata instabile e non mi ha permesso di aggiornare il blog (il post sulla casalinga depressa doveva essere pubblicato stamattina...). Per carità, una rete wireless instabile, ma gratuita è sempre meglio che niente a pagamento (poi ci sono anche i lavori in strada che creano disturbi...).
Ora sono quindi in "Primacialne Namestie", un po' come Piazza della Scala, ma più piccola, dove esiste un altro hot-spot gratuito a fare il punto della giornata (e poi noi saremmo quelli evoluti...)

  • La fine dell'esilio è sempre più vicina (Mute le due cifre, per dirla alla militare). Oggi Judita è venuta a chiedermi lo stato delle attività a me assegnate; quando ha saputo che domani inizio l'ultima si è lanciata in una serie di consigli (molto utili, per carità) che però si scontravano con un disturbo grossissimo sul canale trasmissivo ("Venerdìfiniscovenerdìfiniscovenerdìfinisco....").
  • Ho letto con piacere che, dopo Del Piero, anche Buffon e Nedved sarebbero (condizionale d'obbligo) disposti a rimanere alla Juve anche in B. Al di là del lato economico (che non è mai secondario e che potrebbe segnare l'ultima parola), ritengo positivo che in una squadra le colonne portanti siano comunque fedeli ai colori che hanno dato loro tanto
  • Allo stesso modo non ritengo negativa la scelta di Cannavaro ed Emerson di andare a Madrid; in fondo erano alla Juve solo da poco e, per quanto importanti e bravi siano stati nei risultati (purtroppo cancellati) degli ultimi due anni, non si può dire che siano delle bandiere della squadra (e quindi è meglio che la Juve realizzi dalla cessione del loro cartellino)
  • Pamela Anderson si sposa, Carmen Electra si separa, quindi il conto di gnocche rifatte libere ma inarrivabili ai comuni mortali si mantiene inalterato
  • Pranzo con Barry, lui purtroppo non finisce l'esilio e rimpiange quando lavorava da Milano (va bene Barry, ti penserò un po' quando lavorerò da Milano...)
  • Le signorine allo stand della T-Com vestite come infermiere fanno alquanto sesso
  • Alcune di quelle che passano di qua (come quella seduta nella panchina di fianco a me), anche di più
Adesso, come botta di vita, vado e vedere il concerto in Hlavne Namestie (un po' come Piazza Duomo, ma più piccola) e a mangiare fuori.
Domani, quarantotto del congedante (sempre per fare il parallelo con il militare).

Casalinga depressa

Questi ultimi giorni slovacchi si trascinano stancamente tra il caldo dell'ufficio e l'apatia post-lavorativa.
Diversi colleghi americani lasceranno il progetto alla fine di luglio, pochi giorni dopo di me e quindi sono tutti concentrati sui propri bagagli.
Ieri sera quindi serata da casalinga depressa:

  • l'esperimento con il pesce al gratin ha avuto risultati poco incoraggianti (pesce mangiabile, gratin da buttare)
  • però mi ero portato a casa il gelato
  • in televisione c'era Ally McBeal, peccato fosse in ceco (la puntata più o meno me la ricordavo, ma i dialoghi no)
  • quindi mega-ronfatona mentre la lavatrice andava
  • ho iniziato a preparare i cataloghi delle mie collezioni (CD, DVD, Fumetti) ovviamente partendo da quello più semplice e meno impegnativo, cioè i Fumetti
  • a proposito, se qualcuno di voi ha il mio vecchio foglio excel con la lista dei miei DVD, se me la manda mi fa un favore (la mia copia si è persa nei guasti dei miei PC)

mercoledì, luglio 19, 2006

Il mio vicino Totoro

Ieri sera ho tirato fuori dalla mia scorta di DVD questo vecchio film di Hayao Miyazaki (in versione inglese perchè, non si sa bene per quale strana strategia di marketing, in Italia tale DVD è M.I.A. al pari di “Nausicaa della Valle del Vento”).
Una fiaba leggera, ma non banale. Allegra, nonostante non tutto nel film lo sia. Insomma, un Miyazaki, che se dal punto grafico (comunque molto buono) forse non ha ancora raggiunto la maturità de “La Principessa Mononoke” e dei film seguenti, dal punto della storia ha già collaudato ampiamente quel suo stile, valido per tutte le età, con diversi livelli di lettura e un alone di fantastico che fa da collante.
La storia è molto semplice.
Mei e Satsuki, due bambine di quattro e otto anni, si trasferiscono insieme al padre in una casa al bordo della foresta. L’esplorazione della casa, che sembra infestata, e del bosco circostante portano prima Mei e poi anche Satsuke all’incontro con Totoro, uno spirito del bosco a forma di scoiattolone gigante (o almeno a me sembra così) che dorme, russa, mangia le nocciole e suona l’ocarina durante la notte (ma soprattutto che nessuno vede se lui non vuole). Insieme a lui, le due bambine affronteranno diverse esperienze, ma soprattutto supereranno un momento difficile legato alla malattia della madre, ricoverata da tempo in ospedale.
Come già “Kiki’s Delivery Service”, questo è un film sul crescere, sull’affrontare le difficoltà della vita e forgiare la propria personalità. In questo caso l’attenzione è sul rapporto tra le due sorelle, sul sostegno reciproco, sulle incomprensioni e sul rinforzare il legame una volta che queste siano state rimosse.
Ma è anche (e soprattutto) un film che ti tiene avvinto grazie a un’atmosfera unica che solo il Maestro indiscusso dell’animazione giapponese riesce a creare ogni volta.

martedì, luglio 18, 2006

Ambasciatrice di pace

Pare che l'attrice Kate Hudson abbia fatto precipitare un elicottero militare semplicemente sfoderando il suo bikini (neanche nuda era, povero esercito statunitense...).
Mi vengono in mente alcune cose:
1. il fatto che d'ora in poi la chiameranno Kate "Scud"son
2. il robottone Venus Alfa che in Mazinga abbatteva i nemici con missili che fuoriuscivano dalle tette
3. il probabile dialogo tra i piloti prima dell'incidente
"Guarda, Ken, c'è Kate Hudson in bikini!"
"Accidenti, Paul, ho un sovraccarico alle pale! Si sta sollevando!"
"Tienilo giù! Tienilo giù!"
"Non ce la faccio! La pressione è troppo elevata!"
"Pensa a una cosa triste! Pensa a George W.!"
"Aiuto! Si abbassa troppo velocemente! Ho perso il controllo!! Precipitiamo!!!"
Crash!!!!

Cosa bloggherò da grande ?

Aprendo questo mio blog, mi ero dato due mesi come termine per una prima verifica dei risultati, coincidente con il mio rientro da Bratislava.
Snic ha però sollevato il problema con qualche giorno di anticipo, sia con un commento ad un post precedente, sia con una mail privata piena di complimenti largamente immeritati e di spunti molto interessanti.
La domanda fondamentale che mi viene posta e che mi “posto” spesso anch’io è se una volta rientrato a Milano sentirò ancora la necessità di scrivere su questo blog invece di usare mezzi più convenzionali come il telefono, le chiacchiere davanti alla macchinetta del caffè, etc.
La risposta è “non lo so, spero di sì”.
Questo blog è nato quando sono rimasto l’unico italiano nel progetto a Bratislava e comunicare i miei pensieri si è rivelato molto complesso (e potenzialmente costoso grazie alle tariffe del roaming). Esempi di blog molto riusciti mi scorrevano nella barra dei feed e questo mi ha dato una spinta in più a concretizzare un progetto che erano anni che stava nel ripostiglio delle scope.
Devo ammettere che non pensavo sarei stato così fedele. A volte, per essere sicuro di cogliere l’attimo anche senza essere collegato a Internet, scrivo il post su un pezzo di carta o su Word e poi lo posto il giorno dopo. E comunque, a rileggerli i miei post in seguito, non sono mai soddisfatto di ciò che ho scritto, avrei sempre scritto qualcosa di più, di meno, di diverso...
Sicuramente mi aiuta molto il fatto che il lavoro qui non è più così prioritario da occupare tutto il mio tempo e i miei pensieri.
Al rientro a Milano tante cose cambieranno e nel primo periodo potrebbe essere complesso aggiornare il blog (sarò anche in ferie per un mese...). Ma proprio perchè tutto cambia, vorrei mantenere traccia di questi cambiamenti su un posto dove rileggerli più avanti e raccogliere i commenti degli amici, anche quelli che di solito non scrivono (mi raccomando, gente, commentate, commentate).
Quando guardo le statistiche di accesso al blog e vedo indirizzi legati a persone che conosco (Mr. Merck, Ms. Provincia di Milano, Mr. Intesa, etc.) mi dico che tutto sommato qualcuno che è interessato a quello che dico e faccio c’è e anche se non avrò il numero di accessi di Beppe Grillo considero questo un motivo per continuare a scrivere (nonostante lo sguardo pieno di disapprovazione di mia madre quando gliene parlo).
Quando poi vedo collegamenti da USA, Canada, Filippine e Australia, tipicamente di gente che capita per caso da ricerche su google di argomenti che ho casualmente trattato, spero che quelle due vaccate che ho scritto possano essere loro servite, se non altro per farsi una risatina.
Al prossimo post.

lunedì, luglio 17, 2006

Melandri e Rossi

Stavolta parlo dei piloti. Ho visto gli ultimi tre giri della MotoGP ieri. Ragazzi, che spettacolo! Prima o poi Melandri ce la farà a battere Vale, ma dopo una battaglia così non è che poi il risultato sia fondamentale!
Altro che quella noia della Formula 1 (comunque forza Ferrari!)

Il matrimonio del secolo

E così sabato c’è stato il matrimonio tra il Bramby e la Titti. Dopo anni a rispondere alla domanda “Ma quando vi sposate?” con un generico “A luglio” (senza specificare di quale anno), il minimo che potevano fare era sposarsi a gennaio. E invece no! Fedeli alla linea, il 15 luglio, sulle rive del Lago di Como, la cerimonia si è concretizzata. Lo sposo era emozionatissimo, la sposa forse un po’ meno, ma mi è stato difficile capirlo (ha parlato pochissimo, cosa per lei anormale).
Mi sono piaciuti molto il tono con cui lo sposo ha pronunciato le frasi di rito (il Playboy della Brianza mantiene intatto il suo stile anche sotto pressione...), il discorso della sorella dello sposo dopo la comunione, le musiche (violino, organo e voce) di accompagnamento, le letture (le stesse scelte per il mio ai tempi) e l’omelia (strano per me).
La solita impressione strana nel vedere gli orientisti in abiti eleganti invece che le solite tute sbrindellate da gara (tra la Martina coi tacchi e il Luca con i pantaloni lunghi non so chi fosse più fuori dai soliti canoni da gara) e l’invana ricerca di facce che avrei pensato di riconoscere dai tempi di Comitsiel hanno completato l’evento.
Devo essere sincero, ogni tanto tremo al pensiero di come possa venire su un figlio di cotanti genitori campioni di stranezze. Ma una cosa è certa, se sarà orientista, sarà elite.
Purtroppo il limitato tempo del mio week-end Bratislava-free (il penultimo, fortunatamente) non mi ha consentito di partecipare al pranzo, ma se qualcuno vuole riempire questa lacuna è il benvenuto.

La condanna della Juve

Venerdì, mentre il mio volo faceva tre ore di ritardo, veniva emessa la sentenza per Moggiopoli. Non so cosa dire (giornalisti molto più capaci di me hanno detto tutto e il contrario di tutto). L’unica cosa che mi lascia senza parole è come siano riusciti a dare la punizione massima, facendola sembrare una cosa meno dura.
Mi spiego meglio. La B con trenta punti di penalità è, secondo me, peggio della C-1. In quest’ultimo caso, infatti si può ipotizzare in due anni un ritorno in A (essendo molto bravi, ma non eccezionali). Con i trenta punti di penalità invece, c’è il rischio serio (visto anche chi gioca in B quest’anno) che il primo anno si finisca in C-1 e quindi il ritorno in A si ha un anno dopo.
E’ vero che l’appello probabilmente ridurrà un po’ le pene e che quindi l’anno B diventi un po’ più abbordabile, ma nonostante ciò mi sembra che si sia un po’ esagerato (sarà che son juventino).
L’altra cosa effettivamente è che si son colpite molto le squadre (responsabili oggettivamente e non direttamente) e pochissimo le persone (con l’eccezione di Moggi e Giraudo).
Con la fuga all’estero di molti pezzi da novanta della nostra nazionale (non lo sapevo, ma la squadra campione del mondo non è più qualificata di diritto all’edizione successiva), vedo poi il lavoro del nuovo CT (in bocca al lupo) complicato ulteriormente.
Oh, per carità, la Juve probabilmente merita la serie B per aver tentato di falsare il campionato, ma non sono così sicuro che si stia facendo veramente giustizia e pulizia nel mondo del calcio.

giovedì, luglio 13, 2006

La sorella di Zidane

Pare proprio che sia lei l'artefice della vittoria dell'Italia ai Mondiali, tramite commenti poco gentili di Materazzi nei suoi confronti e conseguente reazione rabbiosa di Zizou.
Se è vero che fa la modella e che la frase incriminata riguarda la preferenza di Materazzi verso il togliere a lei la maglietta invece che al fratello, non vedo cosa ci sia di strano o da reagire in maniera così esagerata (certo, il pensiero di Materazzi che entra in famiglia può far rabbrividire una persona a modo come la signora Zidane).
Poi tutto questo scandalo per qualche parolina un po' pesante non lo capisco mica. Durante una partita di pallone o di qualunque altro sport che preveda un contatto ravvicinato tra gli avversari volano parole grosse per distrarre l'avversario.
Quando giocavo a pallacanestro (ormai vent'anni fa), una volta stavamo prendendo una sonora lezione da una squadra di vecchietti (bravi, per carità, ma comunque con minore tenuta di noi giovani virgulti) in cui il punto di forza era un ragazzone (l'unico giovane) alto due metri e largo altrettanti che faceva il bello e il cattivo tempo in area. Al che il nostro specialista in risse (perchè in quasi tutte le squadre ce n'è uno) durante una serie di tiri liberi gli disse: "Quella ragazza sta con te ?" L'incauto ragazzone rispose di sì. "Bel tr...ne!!". Ovviamente la reazione fu immediata, il ragazzone venne espulso e noi vincemmo la partita. Ma la provocazione era talmente evidente che solo un babbeo poteva cascarci.
Che poi esista gente che sia particolarmente sensibile a come si parla della propria madre o sorella, questo succede. A militare (ormai dodici anni fa) ci si era specializzati nel far accidentare il nostro commilitone Bolognesi con semplici riferimenti alla sorella (in questo caso non era necessario essere volgari, si arrabbiava anche se dicevi solo che era carina). Ma lui almeno si limitava a qualche insulto e poi se ne andava.
La violenza per proteggere la virtù della sorella da una semplice battuta, anche se volgare, proprio non la capisco, forse perchè (se escludiamo la famosa gaffe di Destro) nessuno mai si è lasciato andare a commenti volgari sulle mie sorelle in mia presenza.

Tempo ripreso

Il verdetto finale è (come mi aspettavo e come in fondo era più corretto) quello di rimanere qui fino alla fine del mese. Venerdì ventotto sarà l'ultimo giorno di questa esperienza slovacca.
Poi ferie e a settembre si ricomincia con l'attività a Milano, con le facce giovani e simpatiche di Assago, con il parlare italiano, insomma con una vita più a mia misura.

Stasera però devo riempire il frigorifero, altrimenti a stomaco vuoto non ci arrivo alla fine del mese.

Tempo sospeso

Proprio mentre sto scrivendo si dovrebbe decidere sullo sconto di pena.
Ovviamente la voglia di lavorare è sotto il livello del mare (almeno lei sta fresca...).
Ieri sera ho raccattato tutte le cose da mettere in valigia e sono arrivato alla conclusione che pagherò un notevole eccesso di bagaglio. Libri che non ho letto, fumetti che hanno fatto la polvere, DVD che hanno atteso invano di essere visti. Ovviamente tutto quello che invece ho letto, sfogliato, visto è già tornato a casa, ma dato che quando preparavo le selezioni per passare il tempo non sapevo cosa avrei avuto voglia di fare (senza considerare l'effetto colleghi, quello cinema e quello TV), la casa si è riempita di cose che avrei potuto tranquillamente lasciare a Milano (se non addirittura sul banco del negozio).
Ieri sera, comunque, ho cercato di smarcare alcune letture sospese.
L'ultimo numero di Brad Barron (discreto, ma adesso aspetto la trilogia conclusiva), quello di Julia (sul solito buon livello, anche se i disegni non mi esaltavano), il malloppazzo di Altrimondi (collezione di varie storie fantastiche, erede spirituale del vecchio Zona X).
La testa comunque non s'era molto e non me li sono goduti fino in fondo. Recupererò al rientro...
E intanto il matrimonio del secolo si avvicina...

mercoledì, luglio 12, 2006

In attesa della sentenza

Mentre l'Italia intera si riprende dai postumi delle celebrazioni calcistiche attendendo e discutendo del processo su Calciopoli (amnistia, colpo di spugna, clemenza della corte), il sottoscritto attende un'altra sentenza, per quanto piccola e poco significativa possa sembrare.
La fine del mio esilio slovacco si avvicina (data massima trentun luglio p.v.), ma uno sconto di pena potrebbe essere deciso in questi giorni. In pratica, saprò domani se finisco venerdì.
Le sensazioni sono contrastanti.
Da una parte tornare definitivamente a casa è quello che desidero da diversi mesi (specie da quando l'ammiraglio è partito), dall'altra c'è però il fatto che lascerei improvvisamente il gruppo praticamente senza salutare e senza finire i task che mi erano stati assegnati e questo dopo tanta fatica per ricostruire un rapporto umano decente mi seccherebbe un po'. E' proprio vero che ogni tanto sono proprio incontentabile.
Non so ancora quale sarà la decisione finale, ma intanto stasera lavatrice e pulizia della casa.

martedì, luglio 11, 2006

Letture varie

Mi sono reso conto che in quest'ultimo periodo non ho dedicato molto tempo alla lettura, ma soprattutto a scrivere sul blog le impressioni derivate dalla lettura.
Provo a recuperare.
Il libro che avevo con me ai WMOC (e che dovevo condividere con la Roby) è "Il segreto del Graal", il libro che avrebbe ispirato "Il codice da Vinci". Devo dire che non mi sta piacendo, in parte perchè sapendo già i risultati il tono da inchiesta mi indispettisce un po' (ma questa non è colpa del libro), in parte perchè la storia non è mai stata la mia materia preferita, ma soprattutto perchè mi sembra che gli elementi a sostegno della teoria siano descritti in maniera molto debole e che quindi il tutto non solo non sembra vero ma nemmeno verosimile.
Il weekend a Milano invece ha visto il solito passaggio da Camilla alla Borsa del Fumetto. Erano tre settimane che non passavo, quindi ora sono carico di una bella trentina di comics.
Ho smarcato subito Amazing Spider-man con le conseguenze del suo coming out; la storia sta prendendo piede in maniera molto intrigante, peccato che dovrò aspettare quattro mesi per vederne la fine.
Una storia che sta arrivando alla fine (forse) è invece quella di Daredevil. Matt Murdock è stato messo in carcere per i reati commessi da Devil e le reazioni dei criminali da lui catturati non si sono fatte attendere. Aggiungete il Punitore, Kingpin e Bullseye, un ritmo incalzante e avrete una storia da non perdere assolutamente.
L'unica cosa che non capisco è perchè tutto l'universo Marvel debba per forza girare intorno al problema di svelare le identità segrete dei suoi supereroi.

Altre storie (F4, Hulk, Xmen) nei prossimi giorni...

Gioventù musicale

Devo assolutamente trovare il modo di vedere Vh1 al mio ritorno in Italia!
Il canale fa parte del network di MTV ma dedica ampio spazio alla musica di quando ero un bimbetto con molti più capelli e molta meno pancia (anni ottanta e novanta, tanto per essere chiari, quelli al di là dell’abisso generazionale).
Ieri sera, per esempio, c’era una trasmissione tributo a quattro bandettine che hanno provato a fare Hard Rock con qualche risultato quando andavo al liceo. Vi dicono niente i nomi Queen, Judas Priest, Def Leppard e Kiss ?
Lo spettacolo fa sempre quel po’ di tristezza che viene vedendo Brian May con la pancia (problema che sento molto mio in questo periodo) e Gene Simmons che finge di essere ancora un ventenne (come faccio io tutte le domeniche che corro), pensando che Freddie non c’è più e quel idiota che c’è al suo posto (neanche ricordo il nome) non ha la metà della sua classe.
Però, porca miseria, le canzoni sono ancora lì, forti e giovani come se non avessero trent’anni sulle spalle.
Quello che non ho mai capito della musica Rock è perchè le groupies che si vedono in televisione sono tutte delle gran gnocche, mentre quelle che vedevo io ai concerti erano autentici cessi. Forse dovevo stare più vicino al palco...
Poi, per chiudere degnamente la serata, è partito Vh1 Rocks, striscia quotidiana di mezzora a tutto rock (ieri, tanto per gradire, Nirvana, Led Zeppelin, Motley Crue, AC/DC).

lunedì, luglio 10, 2006

Cose divertenti a lato del WMOC

Finora ho parlato solo delle gare, che per carità erano il cuore e la ragion d'essere di queste ferie.
Ma tante piccole cose sono accadute intorno a questo evento, molte delle quali hanno avuto in me solo il testimone. Le elenco in ordine sparso:
1. la Roby ha ricevuto spesso e volentieri accoglienze calorosissime da personaggi qualunque dell'orientamento italiano e svizzero (baci e abbracci dal Presidente della Fiso, saluti e chiacchiere con l'allenatore della nazionale svizzera, giusto per fare due esempi)
2. io, in compenso, sono stato più volte interpellato da orientisti ceki che vedendo l'auto noleggiata con targa BA (Bratislava, non Bari) pensavano fossi un fortissimo atleta slovacco ("I'm sorry. I'm not Slovak. I'm Italian" e l'espressione subito cambiava a significare "Tu pofera mertaccia coza fenire a fare qui ?")
3. il modo migliore per fare defaticamento è risultato essere la visita all'Outlet di Parndorf (e io che ero sempre riuscito ad evitare Serravalle e Vicolungo...), dove la Roby, nonostante problemi fisici e la stanchezza dopo gara è riuscita a fare il giro completo in poco più di un'ora e mezzo
4. il miracolo di venerdì, con la Roby che parte per la finale alle 12.24 e noi che riusciamo ad essere alle 16.00 all'aeroporto di Bratislava a restituire la macchina, con la Roby che passa il traguardo e senza fermarsi arriva di corsa al parcheggio dove l'aspettavo con il motore pronto e via con tempi degni di Schumacher (salvo poi perdersi in zona aeroporto alla ricerca del distributore di benzina)
5. le risposte pilatesche dell'oranizzazione quando il giorno prima abbiamo chiesto se era possibile anticipare la partenza della Roby ("in fondo è solo la finale B" diciaqmo noi, "It's the world championship" rispondono loro), ma soprattutto quando abbiamo chiesto se era possibile arrivare in macchina alla zona del ritrovo per evitare un chilometro a piedi più dieci minuti di bus per arrivare al parcheggio a valle ("Non pozziamo tirle ze è pozzibile, ma non kredo ke nezzuno le tirà nulla, feda un po' lei")
6. la maglietta del WMOC taglia 2, per bimbi/e che, se tutto va bene, vi parteciperanno tra 33 anni (io nel dubbio l'ho presa per mia nipote, la madre ha apprezzato il regalo perchè tanto sarà utilizzato ed eliminato prima che lei sia in grado di intendere e di volere)
7. tutti che chiedevano del Galletti, un po' perchè è difficile vedere me o la Roby a una gara senza di lui, un po' perchè era proprio il suo terreno, un po' perchè così se la può menare ancora un pochettino
8. l'inno del WMOC, di una bruttezza rara, anche se avevo temuto una cosa in stile pseudo lirico, stile Il Divo per i Mondiali
9. l'unico iscritto della M+90 (novantadue anni come la mia nonnina) ce l'ha fatta, e probailmente è andato più veloce di me (non ho avuto il coraggio di guardare i tempi). Chapeau!

Il valore del Park Race

Ho controllato la classifica e ho provato ad estrarre il fattore Park Race.
In pratica la gara in città mi è valsa sei posizioni, ma la cosa bella è che di queste solo cinque sono di persone che non hanno partecipato alla PR. Il sesto è uno che nei tre giorni di bosco ha fatto meglio di me, ma non abbastanza per recuperare lo svantaggio inflittogli in città.
Questo aumenta di un pochetto la mia ulteriore sensazione positiva sulla gara di Wiener Neustadt.

Dove eravamo rimasti ?

La mia cronaca delle gare al WMOC si è interrotta al model event.
Dovrei quindi riassumere gli eventi successivi, ma preferisco partire dalla fine, cioè dal risultato finale. Devo dire che sono abbastanza soddisfatto della mia prestazione e molto soddisfatto di aver ritagliato una finestra per andare a fare queste gare. I posti erano molto belli, le gare molto tecniche, il tempo è sempre più migliorato, l'unica cosa che rivedrei (forse) è l'idea di fare avanti e indietro da Bratislava tutti i giorni (con l'eccezione di venerdì quando era tecnicamente impossibile).
Ma passiamo alle gare nel bosco.
Martedì gara a Bad Fischau, poco più di otto kmsf su quattordici punti, tempo finale un’ora e ventidue, per i miei standard un buon tempo. Prima parte scorrevole, con poco dislivello e molto tecnica. Un errore alla due da qualche minuto e poca precisione in un paio di punti. Alla cinque ho deciso di passare a scelte più sicure anche se un filo più lunghe e da quel momento è andata meglio. Anche perchè la gara è diventata molto fisica e poco tecnica: la tratta sette-otto era composta da una dozzina almeno di curve di livello su per la massima pendenza (il punto poi era lì sulla destra), la otto-nove un lungo tratto su sentiero in leggera salita, per finire poi con la nove-dieci che era una tratta da quasi due chilometri da fare fondamentalmente seguendo (con la dovuta attenzione) la rete di sentieri.
La parte finale tornava ad essere abbastanza tecnica, anche se più semplice (a parte la stanchezza accumulata) della parte iniziale.
La classifica di tappa diceva sedicesimo su ventitre, meglio dei classici piazzamenti in HB. La classifica complessiva mi vedeva retrocedere di un posto.
Mercoledì altra gara a Bad Fischau, ma sulla carta adiacente, quasi otto kmsf su diciassette punti, tempo finale un'ora e quarantanove, già più vicino ai miei standard. Infatti ho sbagliato molto. La carta è molto simile a quella del giorno prima, ma io ci metto del mio per complicare cose semplici. Alla uno non riconosco il muro di terra che mi fa da linea di arresto, alla tre finisco sul sentiero sbagliato, ma il meglio lo lascio per la nove, dove sbaglio a uscire dal punto di attacco (fine di un avvallamento) e vago tra i rovi per diversi minuti convinto di dover cercare il punto a destra, quando invece era pochi metri a sinistra (cosa che ho scoperto tornando al punto di attacco di cui sopra e facendo più attenzione). Cinema sulla tratta lunga nove-dieci: allungo per passare da un ristoro (un'ora di gara era ormai andata e se non passavo da quello, il successivo era dopo almeno venti minuti), cerco di non sbagliare poi le scelte dei sentieri, ma mi ritrovo a scendere per una ripida tratta senza alcun riferimento se non la direzione dei piedi; mi ritrovo così sul sentiero che volevo prendere ma trecento metri più a sudest.
Sulla tratta dieci-undici l'evento che ha segnato il resto delle gare: scelta in sicurezza sul sentiero, corsa sostenuta e Crack, stortona alla caviglia. Il ritmo cala ulteriormente, metto due errorini sulla tredici e sulla quindici e arrivo.
La classifica dice ancora sedicesimo (con mio sommo stupore), mentre quella complessiva mi vede recuperare il decimo posto (con mia assoluta incredulità).
Giorno di riposo (ah! ah! ah!) con visita al castello di Devin sotto il sole a picco, trasferimento a Vienna con pausa per recuperare il tempo di partenza della Roby.
Venerdì ultima gara a Witzelberg, altri otto kmsf su venti punti, per fortuna gli ultimi. La caviglia mi fa male, quindi imposto la gara in maniera altamente conservativa, niente corsa, attenzione estrema alle scelte sul tipo di terreno, e via così. Tempo finale due ore e qualche secondo, coerente con l'impostazione che mirava solo a finire.
Non ho la cartina con me (chissà quando riuscirò ad averla) e non ricordo bene il percorso. Alcuni errori, la due, la sei (altro verde maledetto che cercavo a destra, mentre era a sinistra), la nove (dove ero sicuro di essere in un punto, ma invece no, e per fortuna che c'era il fiume come linea d'arresto...), la diciassette (a un tiro di sputo dalla sedici e l'ho mancata lo stesso), ma soprattutto la caviglia e il caldo hanno limitato la mia prestazione, ben al di sotto di quanto mi aspettavo.
La classifica mi vede con il ventunesimo tempo, mentre quella complessiva mi conferma al decimo posto (uno dietro mi ha superato, ma uno davanti ha mancato un punto). Proverò a fare la classifica senza la Park race (dove molti non sono partiti) per vedere il mio reale valore nel bosco, prossimamente il risultato.
Alla fine resta molta soddisfazione e molta stanchezza, ma la voglia di riprendere a correre, specie se in boschi come questi è tantissima. Certo è che, finchè non supero i quarant'anni, le gare Master sono inavvicinabili per me. Dovrò farmene una ragione...

Campioni del mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo!!!!

Mi sono sbagliato, lo ammetto. Credevo che questa squadra non sarebbe andata oltre ai quarti.
E invece ecco lì Cannavaro che alza la coppa e la festa può cominciare.
La partita è stata bruttina, giocata un pochino meglio dai francesi, che però non sono stati in grado di effettuare tiri decisivi.
La bottiglia di Marzemino beneaugurante è servita, come il voler a tutti i costi vedere la partita qui a Bratislava (l’unico pareggio l’ho visto a Milano e così cambio volo per essere qui al pomeriggio). Tutte le pratiche scaramantiche che potevo applicare le ho usate.
Mi sembra di tornare indietro di ventiquattro anni, con Pertini che festeggia, con Zoff che porta la coppa, con i tedeschi nel mio campeggio in Romagna che si ubriacano dal dispiacere. E adesso si può tornare alla normalità: la Juve in B, il Milan penalizzato, l’Inter che non vince, Materazzi (capocannoniere azzurro di questo mondiale!!!!) che fa il macellaio, etc.
Devo dire che seguire il mondiale in esilio ha semplificato molto la vita, permettendomi di concentrarmi sul solo evento sportivo risparmiandomi i fiumi di parole inutili (oggi quindici pagine quindici su Repubblica e ancora non era successo nulla).
Complimenti a Lippi, ai giocatori e anche a Beckenbauer; speriamo di subire sempre gufate come la sua prima del mondiale.

lunedì, luglio 03, 2006

Markt Piesting

Oggi model event per il WMOC a Markt Piesting. 52 minuti a corricchiare in un bosco STUPENDO.
La Roby si è addirittura distratta e invece di fare i dieci punti concordati per confrontare i tempi ne ha fatti quindici.
Il tempo è abbastanza coperto (all'arrivo in zona carta pioveva pure...), ma aiuta ad affrontare lo sforzo.
La carta era molto bella, con dislivelli marcati ma un bosco e un fondo che erano un invito alla corsa.
Un paio di errori (uno di distanza, uno di uscita dal punto precedente) legati a cali di concentrazione. E' comunque emerso il leit-motiv della mia gara di domani: attenzione alle tracce lasciate dagli altri: in un bosco così pulito basta qualche decina di passaggi e la traccia resta e chissà se è quella che serve per arrivare al punto ?
A domani per sapere se ho recuperato i sei minuti dal primo o sono sprofondato in fondo alla classifica (anche se dato l'alto numero dei non partiti di ieri sarò sempre a metà classifica ;-)

domenica, luglio 02, 2006

Se il buon giorno si vede dal mattino…

I primi due eventi del WMOC sono passati, un primo bilancio si può trarre in vista delle gare che contano.
Il warm-up è stato un casino, non ho capito nulla della carta (comunque carina), confondendo continuamente i sentieri e le canalette che li contenevano. Risultato, un tempo che di solito faccio su gare lunghe il doppio (mi vergogno a comunicarlo, quindi andatevelo a cercare sul sito del WMOC).
Che la concentrazione non fosse al massimo si vedeva sin dal mattino, quando ho sbagliato strada per andare a prendere la Roby all’aeroporto, ho sbagliato la strada per Vienna, ho vagato a lungo alla ricerca dell’Event Centre e della zona del warm-up. Il percorso vero non poteva che essere peggio...
Spero almeno di aver capito quali sono i problemi da affrontare in gara.
Il Park City, al contrario, è stato ampiamente positivo. Gara molto veloce, semplice ma non banale, con passaggi su strada alternati all’erba dei parchi. Il ritmo che sono riuscito a tenere è stato buono e nonostante un paio di scelte non ottimali sono riuscito ad arrivare decimo (su ventitrè) a sette minuti dal primo.
Le prossime gare nel bosco sono più lunghe e la somma dei tempi non mi dà ampio margine su chi mi sta dietro, ma comunque il risultato è per sopra la media di questa stagione.
La Roby ha avuto anche lei problemi ad affrontare la cartina del warm-up (anche se è stata migliore di me) ed è andata forte (con un paio di errorini) nel Park City (quattordicesima su ventisette).
Domani allenamenti e da dopodomani si fa sul serio (soprattutto la Roby...).

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