lunedì, agosto 25, 2008

Agricola

Con l'avvicinarsi della fine dell'estate, si pensa a riprendere lentamente l'attivita ludica e quindi si provano nuovi giochi.
Questo week-end è toccato a Agricola, da tempo nel mirino, ma impossibile da giocare in assenza di una versione in lingua comprensibile (leggasi non-tedesca), finalmente giunta da oltre-oceano.
Si tratta di un gioco che si iscrive al filone di Puerto Rico, Caylus e Leonardo, in cui le risorse e le azioni disponibili ai giocatori sono limitate (se in un turno il giocatore A fa una certa cosa, non la può più fare il giocatore B).
Lo scopo del gioco è sviluppare la propria fattoria in termini di coltivazioni, pascoli, membri della famiglia e animali. Per fare ciò occorre procurarsi le risorse, arare i campi, costruire i recinti e le stalle, senza dimenticarsi di mantenere abbastanza cibo per sostenere i familiari.
Il gioco ha un'unica componente di caso, costituita dalle carte Occupazione e Minor Improvement che vengono distribuite all'inizio a ciascun giocatore. La loro distribuzione (tranne in un caso) mi è sembrata abbastanza equilibrata, anche se può influenzare notevolmente la strategia da adottare (la terza partita non sono proprio riuscito a capire come utilizzare quelle che mi erano capitate).
In definitiva, un gioco molto bello e complesso, da giocare secondo strategie ogni volta differenti in cui a volte il fattore C può essere un po' troppo determinante.
Voto: 8 (da rivedere l'impatto delle carte e da provare in più di due giocatori).

EDIT: la partita di ieri (25/08/2008) ha confermato il fatto che le carte a volte contano davvero troppo. Roby aveva carte che le davano bonus di risorse in continuazione mentre metà delle mie carte erano inutili, vista l'altra metà. Io credo di aver tratto il massimo dalle mie carte (non sono a riuscito a giocarne una, ma non so se effettivamente ci ho perso qualcosa), Roby ha commesso un errore a fine partita da almeno cinque punti e ciò nonostante ha vinto (di poco, ma comunque vinto). La partita è stata comunque divertente (sono riuscito a non arrabbiarmi troppo alla sua ammissione "Stasera ho proprio preso delle belle carte" e quindi a restare concentrato). Resta ancora da provare la partita a più di due giocatori.

venerdì, agosto 01, 2008

O-talking

Una delle cose che spesso fa arrabbiare un orientista è quella di sentir definire il nostro sport "Una specie di caccia al tesoro". Il motivo non è chiarissimo (sempre alla ricerca di qualcosa si va), ma neppure io riesco a rimanere indifferente.
Così, per evitare spiacevoli malintesi, ho preso l'abitudine, con chi non conosco bene, di non parlare di Orienteering, ma di "Gara di corsa nel bosco, con bussola e cartina".
Qualche volta (per fortuna, sempre più spesso nell'ultimo periodo), è la persona con cui parlo che mi dice "Ah, sì! L'Orienteering!" (magari in forme un po' spurie come Orièntèring o Orentiriing) e via con i suoi ricordi del militare o degli scout.
Ieri sera è stata una di quelle volte.
Un collega che conosco appena e che ho incontrato in pullman. Chiacchierando delle ferie future (sue) e passate (mie) è venuto fuori che la figlia sta scoprendo questo sport (ho anche un vago sospetto su chi sia la prof che glielo ha introdotto) e che le piace molto.
Il parlare di Orienteering con un non-Orientista senza che lui ti guardi come se tu fossi un matto (non che gli orientisti non lo siano, ma non è bello che ce lo facciano notare) è una cosa piacevole.
Nel caso in questione, poi, le domande erano precise, interessate (materiale necessario, relativi costi, luoghi dove praticare), ma anche uno scarso come me è riesciuto a dare risposte da Campione del mondo.
Tanto per far capire quanto la discussione mi ha preso, ho preferito finire il discorso che andare alla Borsa del Fumetto (e non so se riesco a passarci per più di una settimana...).

La speranza, dopo una chiacchierata come questa, è che finalmente il nostro sport riesca a farsi conoscere un po' di più. Non troppo, però.
Quel tanto che basta per far capire che "La caccia al tesoro" è un'altra cosa.

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