giovedì, aprile 30, 2009

Il passo più lungo della gamba

Ovvero, farsi del male inutilmente solo per far finta di fare punti in Lista Base.
Per uno strano impulso masochistico, ho deciso di partecipare ai Campionati Italiani Middle di Civezzano nella categoria assoluta, invece che in quella master. Questo nella speranza di riuscire a fare qualche punticino in più del solito, almeno nella qualificazione (gara da 100, per farne una ventina pasta un tempo poco superiore al doppio del vincitore).
Peccato che non abbia considerato alcune cose fondamentali, quali la tecnicità del terreno, il dislivello da fare e il fatto che, con il mio allenamento, altro che doppio del vincitore...
La gara del sabato parte subito male per me, con tanti errorini in zona punto (accidenti a tutte quelle buche!), ma (stranamente) le gambe vanno un po' più del solito e quindi corricchio (insomma, esistono momenti in cui nessun piede è a contatto con il terreno). Visti gli errori, decido di passare a una gara più conservativa, con tratte un po' più lunghe, ma con punti di attacco chiari e univoci e la cosa si vede.
Il problema è che, tra l'ansia della prestazione, gli errori e l'aver corso, arrivo agli ultimi punti a serbatoio completamente vuoto.
Gli ultimi due punti, peraltro in notevole salita, sono un calvario: soste continue, fatica solo a muovere un passo, incapacità a superare gli ostacoli del terreno.
In pratica, se ne vanno quasi venti minuti, vanificando quasi del tutto le speranze di un punteggio decente.
La domenica, con le gambe di legno e la testa pronta alla mia bella finale C (con tutta probabilità uguale alla M35B di molti amici e comunque più corta della gara del sabato) scopro che la suddetta è stata soppressa e quindi dovrò fare la finale B (lunga e tecnica, in quanto valida per il World Ranking Event).
La gara è la fotocopia di quella del sabato, con la sola differenza che parto pianissimo, per non rischiare di restare a secco. Gli errori in zona punto ci sono sempre e il tempo passa inclemente, insomma una gara di basso livello, peggiore di quella del sabato.
Ma tant'è, la finisco, tutto sommato divertendomi anche: azzecco la previsione su quando avrei incontrato il DiPa in gara, evito di disfarmi le caviglie, non arrivo ultimo e riesco anche a inserire il mio nome nella classifica WRE.
Vista la scelta azzardata, è più di quanto potessi sperare...

P.S.: mi rendo conto che non ho parlato di come erano la gara, l'organizzazione, il posto. L'hanno fatto (e meglio di come avrei potuto farlo io) SteGal, DiPa, Oscar e Rusky (e altre decine di orientisti). Aggiungo solo il mio grazie ad Andrea e a tutto il Trent-O.

mercoledì, aprile 22, 2009

Gran Torino

Recupero la recensione di un film visto settimana scorsa.
Gran Torino è un bel film, con una storia ben costruita, che fa pensare e ti lascia anche con un po' di amarognolo in bocca. Forse la visione dell'autore è un po' semplicistica, ma il finale, coerente con il personaggio e con lo sviluppo della storia, è di tutto rispetto.
L'ultima prova di Eastwood come attore (almeno stando a quanto da lui dichiarato) è sicuramente coinvolgente, anche se ogni tanto mi ha dato l'impressione di aver voluto gigioneggiare un po' troppo (un po' come gli ultimi Nicholson e DeNiro).
Gli attori di contorno, a me poco noti, sono tutti molto in parte, soprattutto il prete.
Non proprio il mio genere di film, ma il voto è alto: 7,5.

La verità è che non gli piaci abbastanza

Una regola abbastanza corretta è che se in un film sono presenti più di un tot di star di Hollywood (con tot intorno a 3-4), non potrà essere un capolavoro.
Anche questo film, peraltro tratto da un libro che non vedo molto come fonte di una sceneggiatura, conferma la succitata regola.
Le varie storie, anche se intrecciate tra di loro in maniera coerente, mancano di mordente, di ritmo e, spesso, anche di credibilità. Credibilità che nemmeno gli attori sembrano sentire, offrendo in risposta una recitazione abbastanza piatta.
Il finale, che ovviamente è quasi per tutti lieto, risulta stucchevole e poco in tono con il resto del film.
Insomma, un film che sconsiglio vivamente. Voto: 5- (se non ci fossero state alcune delle mie attrici preferite, sarebbe un bel 4).

lunedì, aprile 20, 2009

Trail-Outlet

Sabato, visto che per tutta una serie di motivi si era deciso di non fare il week-end in Valsugana, trasferta in Val Trebbia per la Coppa Italia di Trail-O.
La proposta era nata dal sottoscritto e aveva trovato subito sponda nel buon SteGal (sempre a patto che non si andasse in Valsugana). Roby era stata più difficile da convincere, ma la promessa di un passaggio all'Outlet di Serravalle vinceva i residui dubbi.
Per tutta una serie di problemini, poi, il passaggio all'Outlet è stato degno dei meccanici Ferrari dei tempi d'oro (cioè di prima dell'introduzione del lecca-lecca elettronico).
Insomma, dopo alcuni temporali, quattro nuove paia di scarpe Nike, un tot di curve, eccoci a Loco di Rovegno.
Assente il campione in carica remm, l'Unione Lombarda schiera comunque ben quattro atleti (Giovannini ci raggiunge direttamente dal lavoro) e tutti ci tengono a fare bella figura.
Il percorso è, secondo la mia modestissima opinione, molto bello. I punti sono tecnici, non banali, ma senza trabocchetti nascosti (cioè, i trabocchetti ci sono, ma non sono del tipo "è Z perchè il punto è 15 gradi più a nord di quello che dovrebbe essere").
Io sbaglio il secondo punto a tempo, perchè non guardo con attenzione quali sono gli oggetti particolari effettivamente cartografati. Avrei potuto accorgermene da tanti particolari, ma l'ansia del tempo e la mia inesperienza mi spingono a non guardare tutta la zona, ma soltanto l'angolo tra le lanterne presenti.
L'errore che invece mi pesa tanto è quello fatto alla 3. Indico Z perchè mi lascio fuorviare dalla descrizione (in mezzo tra una radura e un albero). Non sapendo cosa considerare come estremo della radura da cui calcolare l'"in mezzo" decido che non sono in grado di dire nulla e quindi decido Z. Se invece avessi dato più retta alla posizione del cerchietto (cosa che inizialmente avevo fatto, battezzando correttamente la risposta, ma poi ho ignorato) non avrei sbagliato. Lesson learned: guardare sempre il cerchietto, sempre.
Altro errore alla 5, che essendo lontana dal punto di osservazione, ho faticato a riconoscere. Questo errore, però, mi pesa meno, perchè ho fatto tutte le mie pensate, cercato diversi punti di vista e in base alle mie conoscenze tecniche e a quello che vedevo era Z. Lessons learned: cercare migliori punti di osservazione.
Errore anche alla 7: qua la definizione dell'oggetto era il punto fondamentale; il termine del sentiero non può corrispondere a un punto sul bordo laterale del sentiero. Lesson learned: studiare (una volta per tutte) le guidelines dell'IOF.
Ultimo errore alla 15. In realtà, questo è stato un trabocchetto in cui tutti sono caduti, non considerando con attenzione il limite di vegetazione costituito dalle fronde, spostato rispetto al punto posato.
Il fatto di essere riuscito a fare bene il punto dal ponte, dove le mie vertigini si sono ripresentate causa oscillazioni dello stesso, mi ha fatto piacere.
Alla fine la classifica degli UL dice SteGal secondo, Giovannini quarto, Roby quinta e io ottavo. Una prestazione di squadra di tutto rispetto.
Dopo la gara, il solito giro di discussioni, anche se più contenuto rispetto a Tarzo (forse proprio perchè non c'erano trabocchetti infidi e tutti i punti erano inappuntabili).
Molto interessante la lunga chiacchierata con la già campionessa del mondo, che ho scoperto essere occasionale lettrice di questo blog.
Come già detto in occasione della gara di Tarzo, questa disciplina mi piace. Devo imparare ancora molte cose, forse più nell'approccio mentale alla gara, che di tecnica vera e propria, ma il prossimo appuntamento di Asiago è già dietro l'angolo...

lunedì, aprile 06, 2009

Sto c'Astico

Week-end di gare in Val d'Astico con la terza prova di Coppa Italia domenica e il prologo sprint promozionale il sabato.
Nove sul Brenta, campo di gara del prologo sprint, è stata una gara molto tecnica rispetto alle ultime sprint che ho fatto. Terreno senza dislivello, ma molto movimentato (curve di livello a 2 metri), in cui si passava dal prato al pietroso, fino al sabbioso della riva del fiume.
Ho stranamente scelto una tattica diversa dal solito, ovvero di puntare veloce alla zona del punto e poi lì riconoscere dove ero e cercare il punto; dico stranamente, perchè di solito cerco (non sempre con successo) di avere sempre l'idea di dove è il punto da cercare.
Al di là dell'incontro ravvicinato con i rovi e la minaccia aerea dell'aviomodello vicino alla 9, la gara è andata abbastanza bene. Un errore alla 3, uno alla 12 (finito sulla 13) e uno piccolo sulla 15, mentre gli altri punti sono stati relativamente buoni. Il problema è che ho affrontato la gara con le scarpe sbagliate (visto il tipo di terreno e la quantità di sassi) per cui, per salvaguardare la caviglia, ho tirato il freno e ho molto camminato.
Domenica, MB in Coppa Italia. La minaccia di pioggia è stata costante, ma fortunatamente si è ridotta a qualche spruzzata ogni tanto.
La gara mi è proprio piaciuta (con la sola esclusione della zona sassosa attraversata dalla 7 alla 9). Partito molto concentrato, ho fatto i primi punti un po' come il sabato alla sprint, ma stavolta non mi sono ritrovato bene in zona punto, arrivando a stare 20 secondi a guardare da cinquanta metri la lanterna perchè "non può essere la mia" (ovvio che lo era).
Alla seconda così, ho deciso di tornare alla mia tattica più usuale. Peccato che sia iniziato il festival dell'ufficio informazioni, ovvero prima una W14 che non era proprio persa, ma sembrava in difficoltà ad affrontare il percorso (che mi è stato poi descritto come discretamente complesso); a questa hanno fatto seguito, una ragazza seduta sul masso del punto 3, una vicino al 4, Paola sul 6, una intorno al 10, una nazionale elite intorno alla 12, e qualcun'altra in giro. Soprattutto la W14 alla 2 mi ha fatto perdere il ritmo e ho impiegato un po' troppo sul trasferimento verso la 3. L'altro errore l'ho fatto dalla 7 alla 8; avendo fatto la 77 e andando alla 81 ho iniziato a incontrare la 78 e la 79, e al pensiero di "Le faccio tutte in ordine fino alla mia" ho deciso che la mia fosse la 80, invece della 81. E avendola vista, mi sono portato un po' fuori dal percorso ideale.
Un po' di paciugamento sulla 12 e molta attenzione alle caviglie sui tratti in discesa mi hanno rallentato ancora.
La classifica finale non è così negativa come mi aspettavo (il Giovannini mi aveva sfidato a fare meglio di alcuni atleti e ce l'ho fatta, più uno che mi ero scelto come soglia tra una gara decente e una brutta) e le caviglie sono tutto sommato in buone condizioni (non parlo delle ginocchia perchè oggi si stanno facendo sentire un po').
Il fatto che non abbia avuto in gara nè il minimo pensiero di mollarla lì, nè la solita canzoncina rompiscatole è la prova che ero proprio contento di essere lì a faticare e prendere l'acqua.
Insomma un week-end molto piacevole (complimenti alle fanciulle GOK che, come sempre, hanno mostrato a noi maschietti cosa vuol dire arrivare sul podio).

giovedì, aprile 02, 2009

Mica come questo!

Per scendere dal piedistallo della scienza del post precedente, uso una sola parola: bikini.

Proprio uno studio interessante

L'homepage di Repubblica titola (un po' in basso ad essere corretti) "I geni decidono quando si perde verginità".
Sentitomi chiamato in causa (per l'essere genio, non per la verginità) ho letto l'articolo.
A parte la delusione di scoprire che si parlava di geni intesi come plurale di gene (e non di genio), devo dire che dell'articolo non ho capito una mazza (la scelta della parola non è casuale).
Sostiene una tesi, ma anche altre tre tesi insieme.
Insomma, i geni possono influenzare il carattere di una persona, cosa che potrebbe portarla a cercare di perdere la suddetta verginità con maggiore anticipo, ma anche no, se intervengono fattori ambientali, caratteriali e se lei non te la dà.
La mia esperienza diretta riconosce molto rilievo all'ultimo punto.

mercoledì, aprile 01, 2009

Io, Diogene

Emergendo dai fumosi ricordi della prima traduzione di latino al liceo e del brillante compagno che la intitolò "Il filosofo di Ogene" (ridente cittadina sull'Ellesponto), scopro che soffro della Sindrome di Diogene, ovvero la tendenza a non buttare via alcuna mail ricevuta.
A parte il fatto che sto guarendo (le pubblicità, le conferme di lettura private, le strisce di Dilbert più vecchie di tot, le cancello), non capisco perchè la suddetta sindrome sia applicabile solo alle mail.
Io prima di buttare qualsiasi cosa, specie se rivista o giornaletto, devo essere alla canna del gas, reazione di quando, condividendo una stanza con le sorelle, mio padre bimestralmente passava e diceva "Quei Topolino, o li vendi davanti al Super o li butti".
Se poi vogliamo ricordare la volta che l'Utente disse "Perchè hai fatto così" e io gli mostrai la sua mail di sedici mesi prima, estratta prontamente tra trecento aventi tutte lo stesso titolo (che era "ISVAP", anche se riguardava un qualunque argomento a caso tra polizza, sinistri, agenti, premi e rimborsi), tutto assume ancora più senso.

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