lunedì, novembre 26, 2007

Come gestire la priorità - 2a puntata

La raccolta degli episodi divertenti legati a ciò che succede quando avviene l’imbarco di chi ha acquistato il diritto di priorità nei voli Ryanair si è arricchita ulteriormente.
Sorvolando sull’aumento di faccia tosta del sottoscritto, il quale ormai taglia le file, scavalca i vecchietti e calpesta le aiuole (visto che c’è gente peggio di me, è quasi legittima difesa), vi sono ulteriori fatti che mi confermano che il servizio di priorità di imbarco è una mezza bufala.
Ciò che succede a Orio l’ho già detto (anche ieri sono riuscito a prendere il posto alle ali, salendo per primo sull’aereo).
Ma quello che succede a Bratislava cambia di volta in volta (e generalmente senza vantaggio per i prioritizzati). Venerdì, ad esempio, la priorità è stata gestita perfettamente, prima è partito il pullman con quelli che ne avevano diritto; poi il pullman è tornato e ha caricato gli altri.
Quando salgo, però, comincia il cinema. “...e Vi preghiamo per cortesia di mettere gli zaini e le borse di piccole dimensioni sotto il sedile di fronte a voi, e, se possibile, di tenere addosso le giacche, almeno per la fase di decollo...” (mi sfugge dove uno doveva metterle dopo, se le cappelliere erano tutte piene). E’ quindi iniziato uno spostamento generale di tutto ciò che era già nelle cappelliere (che ovviamente era di quelli che avevano la priorità) per far posto al bagaglio di quelli che stavano salendo (che la priorità non l’avevano). Inoltre, chi arrivava dopo, essendo ultimo, aveva ben chiaro se c’era posto per i bagagli piccoli e per le giacche, e quindi le infilava comodamente in cappelliera, mentre i prioritizzati si tenevano tutto in mano o vedevano le proprie cose scorrere lungo la cabina, allontanandosi sempre più.
Qualcuno si è pure incavolato, alzando la voce (giustamente direi), ma ricevendo in prima battuta delle giustificazioni delle hostess che non stavano nè in cielo nè in terra (che per un aereo, non è cosa bella a dirsi...). Al che, la voce si è alzata ulteriormente e, come per miracolo, gli effetti personali che vagavano per l’aereo si sono materializzati nella cappelliera esattamente dove erano stati messi inizialmente.

Un altro mistero, anche se indipendente dalla priorità, è perchè tutti, quando salgono a bordo, invece di scorrere fino al centro dell’aereo e fermarsi all’ultimo posto libero, si fermano subito, prendendosi tutto il tempo per togliersi la giacca, mettere il bagaglio nella cappelliera, aprirlo per estrarne il libro da leggere, spegnere il cellulare, tutto stando bellamente e allegramente in mezzo al corridoio, ovvero in mezzo ai piedi di quelli che stanno aspettando di salire e prendere posto (molti magari sono ancora in fila sulla scaletta, esposti al vento e alla pioggia).
Direte voi che così uno poi scende prima e arriva prima a casa. Peccato che a Orio si scenda dall’aereo per salire sul pullman, il quale ti porta al terminal solo dopo che sono scesi tutti i passeggeri (quindi stai anche in piedi in pullman ad aspettare).
Direte allora che così si è più vicini alle uscite di sicurezza o alle toilette. L’età media non è così alta da far pensare a problemi di prostata e il volo dura solo ottanta minuti e se pensi di averne bisogno (toccandosi i gioielli) al centro sei più vicino alle uscite sulle ali.
Io non so quale è la logica. Io, prima di tutto, punto al centro, in modo da dare spazio anche a chi sta dietro di me; poi, appena arrivo al mio posto (se riesco, lato corridoio), mi metto subito davanti al sedile e da lì faccio le mie cose (spesso salgo già senza la giacca addosso e le letture fuori dal bagaglio a mano): tempo di occupazione del corridoio, meno di cinque secondi.
Ecco, non chiedo tanto, ma farcela in quindici ?

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