... così, giusto per citare un'altra canzone dei Simple Minds al rientro da una 5 giorni di gare e visto che ormai è passata più di una settimana.
Si diceva O-Ringen, per la seconda volta dopo l'esperienza di Goteborg 2004, conclusa con tre ritiri su cinque gare.
Quest'anno è andata un pochino meglio e se avessi tenuto il cervello (quel Simple Mind di cui sopra che sotto stress non è in grado di correre e pensare allo stesso tempo) un attimino più collegato starei bullandomi di una O-Ringen di grande livello.
Ma andiamo con calma.
Dopo non aver seguito il consiglio del buon SteGal67, brillante mente che ha mosso le fila del grandissimo GOK, che suggeriva un allenamento alla domenica (saltato per tuffarmi nella lettura di HP7), affronto impreparato la prima tappa.
Come già tre anni fa, il terzo punto mi uccide. Dopo due punti fatti bene, mi illudo di capirci qualcosa e questo mi frega. Arrivo al punto di attacco sul sentiero, saranno cinquanta metri dal punto, ma da lì non capisco più nulla. Piove, sono partito tra gli ultimi e quindi non vedo nessuno intorno; cerco, vago, esploro, torno al sentiero, ri-attacco, ri-cerco, ri-vago.
Insomma cinquanta minuti così, sotto la pioggia, con gli occhiali sempre più inservibili. Decido di ritirarmi, la certezza che comunque non finirei mai nel tempo massimo. E 'sti precisini di svedesi neanche mi fanno usare la strada per tornare all'arrivo, come se uno dovesse per forza soffrire nel pantano. Però, almeno, mossi a compassione, mi ci hanno portato in macchina.
Il secondo giorno va un po' meglio, anche se l'inizio sembra la fotocopia del giorno precedente. Bene la prima, errorino alla seconda, la terza finisco in una zona piena di particolari e di altre lanterne che mi mette molto in difficoltà. Stavolta però non ero solo, ma circondato da altri
come me, per cui io ho detto a uno dov'era la sua, lui ha detto a me dov'era la mia e sono riuscito ad andare avanti. Quarta, quinta e sesta in sicurezza, la settima era la 114, ho praticamente fatto dalla 111 alla 119 prima di trovarla. Altra cappellata alla nona, dove entro troppo presto sulla collina e vago nel posto sbagliato; quando capisco dove sono (74) e mi avvio alla mia (76) mi faccio fermare da una lanterna fuori sequenza (46) che mi fa erroneamente pensare di essere lungo. Quando finalmente decido di fregarmene e proseguo, la trovo subito. Da lì senza problemi al traguardo, anche se la velocità è sempre stata tremendamente bassa e il tempo non merita di essere ricordato.
Terzo giorno, sprint, parto subito male, sbagliando direzione al via, ma mi ricolloco bene e velocemente. La gara scorre senza errori particolari fino al terzultimo punto, dove un po' la stanchezza, un po' la zona ricca di gente e di particolari, mi fanno fare un po' di casino.
All'arrivo le energie sono scarse e gli incitamenti di Roby non riescono a darmi uno sprint migliore. Quello che mi stava dicendo (e io troppo stanco non capivo) era che potevo battere Attilio, ma purtroppo non ci sono riuscito. Il cronometro si fermava esattamente sullo stesso tempo, per me buono, per lui scarso.
Il quarto giorno è il giorno jolly. Gara su carta talmente piatta che le curve di livello sono a 2,5 metri. Il timore è un'altra Torslanda, dove mi ero già perso (ma proprio perso!) dopo 50 metri. Dalla partenza. Stavolta, però, volevo essere molto più preciso e performante. E per i primi quattro punti tutto va bene, non veloce, ma neanche troppo lento, le curve di livello non mi distraggono troppo, il bosco è tutto sommato abbastanza comprensibile.
Alla quinta lanterna, faccio un errore, ma mentre mi sto rilocando, vedo Attila, che partiva dopo di me. Decido di seguirlo, silenziosamente, anche se non mi convince molto dove sta andando. Lui vaga e quando lo avvicino, gli chiedo "95?". "No, 93". Alla fine arrivo sulla 95 e mi lancio verso nord, dove si trova la mia sesta. Dopo poco, penso di sbagliare e mi trovo in una zona completamente diversa da quello che mi aspetto. Ci metto un bel po' a ricollocarmi e finalmente trovo la sesta. Da lì vado tranquillo fino alla fine, con l'unico problema del passaggio obbligato nella palude, dove il ponte è crollato e io mi trovo immerso nel fango fino all'ombelico.
La scena triste, però, deve ancora arrivare. Scarico all'arrivo e mi dicono che ho una punzonatura errata, la quinta. "It's not possible! I'm sure I did it!". Mi mandano allora al tavolo delle contestazioni, dove discuto per trenta secondi. Poi mi dicono "You punched 95. Your fifth was 92." Io rispondo "I'm sure, I did the fifth correct. 95 was one of my controls!" e in quel preciso momento realizzo che sì, la 95 era una delle mie, ma era la settima! Anche la signora al tavolo se ne accorge e lo sguardo di commiserazione stile "Povero Pirla!" era il minimo che mi meritassi.
Ricostruendo per i non orientisti, ho sbagliato ad andare alla cinque, seguendo Attilio che stava andando alla sei, ho punzonato la sette (che tra l'altro era decisamente diversa dalla cinque), sono uscito andando verso la sei, ma ovviamente non l'ho trovata dove la cercavo, e dopo quando son tornato alla sette non mi sono neanche accorto che l'avevo già fatta!!!
Venti minuti di gara in cui il cervello è stato tranquillamente scollegato, venti minuti in cui non ho assolutamente pensato a cosa stavo facendo. E una gara buttata nel cesso.
Incavolato nero, mi resta solo l'ultimo giorno per migliorare il risultato del 2004, e mi riprometto che, dovessi stare pure in giro due giorni (non di più perchè ho l'aereo), la finirò a tutti i costi.
Pur partendo in fondo alla mia categoria, non sono tra gli ultimi a partire (contrariamente a Goteborg, dove l'assoluta solitudine nel bosco era stato il motivo principale del ritiro). Decido di prendere la gara in assoluta sicurezza, niente attraversamenti di paludi, sentieri per l'avvicinamento al punto, bassa velocità. Tutto va bene, con la sola eccezione del quinto punto, parete rocciosa nel verde. Arrivo tranquillo alla collina sul cui lato si trova il punto, scendo e inizio la ricerca, mentre inizia a piovere a dirotto, lampi e tuoni. Ci metto venti minuti a trovarla, passandole più volte accanto, ma senza vederla. Una volta trovata il resto della gara prosegue senza particolari intoppi. Se escludiamo la palude che il penultimo punto è diventato: la descrizione dice bivio canalette, ma dopo che ci sono passati più di tredicimila orientisti, delle canalette resta solo l'acqua e il fango.
Chiudo quindi l'Oringen 2007 con tre gare completate, un ritiro e una PE. Un risultato decisamente al di sotto delle mie aspettative e anche di quello che avrei potuto fare. Non tanto il primo giorno, dove proprio non ho capito dov'ero (la prossima volta farò l'allenamento preparatorio), quanto il quarto, in cui ho solamente staccato il cervello e smesso di pensare.
A casa ho portato, il ricordo di un bel posto, di gare belle, difficili ma non impossibili, di paludi, boschi e prati, di tanta gente. Ma soprattutto di tanto fango.
Ma proprio tanto. Ci sono voluti quattro prelavaggi per portare l'acqua a un beige sufficientemente chiaro da poter passare alla lavatrice. E il bagno è rimasto una specie di camera di decontaminazione NBC per quattro giorni.
Ma chi va all'Oringen sa cosa lo aspetta, cosa dovrà affrontare, quante paludi dovrà attraversare. Ed è per questo che ci va. Ed è per questo che ci andrò ancora (2008? 2009?). Con l'obiettivo di finirle tutte. O almeno di superare la terza del primo giorno...
1 giorno fa
4 commenti:
Hello!
Very good posting.
Thank you - Have a good day!!!
Tutti i miei complimenti per non aver mai mollato fino alla fine. Partire a fondo griglia come hai fatto tu il primo giorno non è il massimo della vita all'Oringen, ed in quelle condizioni di pioggia il non finire la gara poteva essere una opzione non trascurabile.
Quanto al quarto giorno... una di queste volte faremo il conto delle volte che il cervello è andato decisamente a massa! Penso che ci siamo passati tutti: a giudicare con il senno di poi sembra tutto così semplice... ma nel nostro sport fatto al nostro livello succedono delle cose (o si credono di fare delle cose) assolutamente incredibili!
Bravo, see you one more time in Sweden
Spero che, nel 2008, non mi tiriate un pacco.... ho visto le cartine e mi sarebbe piaciuto correre sempre ad azimut! forse avrei imparato.
@Ste, come già ho detto, non è il cervello a massa che mi pesa, ma la figuraccia con la signora al banco.
@Rusky, per il momento siamo più per il WMOC08. Ma mai dire mai.
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