lunedì, luglio 09, 2007

Voci del bosco

Il mio resoconto di questi dieci giorni di ferie orientistiche non può che cominciare dalle voci che le hanno animate.
Lo speaker e il cantante.
Entrambi, forse per caso, forse no, si chiamano Stefano.
Entrambi hanno riempito il silenzio del bosco con la loro voce, diventando, in maniera diversa, ma ugualmente sentita, un tormentone.
Entrambi lo hanno fatto pur mantenendo inalterato l'impegno agonistico, correndo tutte le tappe (Highlands open e 5 Giorni).
Una menzione particolare va allo speaker, il buon SteGal, il quale non ha esitato ad alzarsi all'alba per affrontare la propria gara (e parlo di 10 kmsf) quando nel bosco ancora non c'era nessuno (e a volte nemmeno le lanterne) e arrivare più o meno fresco, ma comunque pieno di parole da riversare sulla gente in attesa sui prati. Certo, i suoi discorsi in inglese, tedesco, e altre lingue straniere, a volte non erano proprio comprensibilissimi o correttissimi, ma non c'è stato nessuno che se ne sia lamentato, anzi...
Qualche perla c'è stata, tipo il francese che a domanda fatta in francese ha risposto in perfetto italiano "Scusa, ma non ho capito nulla", o il tipo che, rispondendo a una domanda sulla gara raccontando di come non fosse particolarmente allenato, è stato interrotto con "Forget your trainings! How did you find the race!!!?!!. Il divertimento maggiore per me era contare quanto duravano le vocali dei nomi duranti le premiazioni (nove secondi per Mamleev).
L'altro Stefano, il cantante, è stato per me negli ultimi mesi un nome cui non riuscivo ad associare una faccia, uno di cui tutti parlavano ma a cui non riuscivo ad associare un fatto, un evento, una voce.
Dopo otto gare, di cui tre in cui era mia avversario, un concerto e un CD con l'inno della FISO, adesso almeno so di chi stiamo parlando (il buon Volpi ha addirittura scoperto che registrava le sue canzoni alla radio).
Posso dire che non fa brutte canzoni (forse non proprio il mio genere, ma questo è un problema mio), che ha una discreta voce, che nel concerto (al di là dell'emozione di suonare per gente che ti conosce per altri motivi) si è ben mosso.
L'inno della FISO, poi, è molto orecchiabile e, forse perché proposto in continuazione durante questa 5 giorni dei Forti, resta facilmente in testa.
Insomma, dietro tutto questo parlare, effettivamente c'è della sostanza.
E a questo punto, come sognano alcuni orientisti, speriamo di vederlo primo a Sanremo a dedicare la vittoria a tutti gli orientisti, partecipanti dello sport più bello del mondo.

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