martedì, settembre 25, 2007

Non è solo una questione di magliette... (by stegal67)

Premessa di PLab: ebbro dello spirito di fratellanza che ha permeato lo scorso week-end, non potevo esimermi dall'ospitare il resoconto del buon SteGal67, ben conscio che al confronto della sua conoscenza, del suo stile e della sua simpatia qualunque mio post ha molto da imparare. Cedo quindi la parola all'ospite.

La domanda di oggi è: "Perchè indossi quella maglietta?". Precisazione: la maglietta che indosso oggi in ufficio (non importa la riunione di questo pomeriggio con i referenti del SanPaolo) è quella della Scozia... La risposta ne sottintende un'altra: "Perchè PROPRIO la Scozia?". E poi una terza "Perchè proprio il RUGBY?".
La risposta definitiva arriva da lontano, arriva dalle nebbie del passato, quelle stesse nebbie che in una telecronaca di 30 anni fa ed anche di più portava in Italia la voce di Paolo Rosi (si proprio lui, quello di "Suona la campana..."), con immagini quasi sfocate, buie e spettrali, da stadi mai sentiti in una cornice di pubblico vociante. Il sole non c'era quasi mai, c'era pioggia e fango come nelle prime cronache dall'Inferno del nord. I nomi anglofoni non erano ancora stati memorizzati. Si vedevano basette incredibili (Paul Griffen è un dilettante al confronto) e si ascoltavano storie di giocatori che non potevano giocare perchè non avevano avuto il permesso dal datore di lavoro, di gente che al mattino aveva lavorato e al pomeriggio era andata a giocare.
Ascoltavo le storie del povero Barry John, di Walter Spanghero, di Phil Bennett, di Ackford e Dooley che al sabato prendevano (4 e 5 inglesi) tutte le touche e alla domenica andavano di pattuglia insieme, coppia di poliziotti per le strade londinesi (e chi mai avrebbe voluto contraddirli?). Ascoltavo gli inni di paesi che non esistevano se non sulle carte geografiche dello sport, inni che parlavano di dominazioni inglesi e di tradizioni lontane...

Impossibile non innamorarsi di quello sport.

Poi arrivò questo:
http://www.youtube.com/watch?v=AwCbG4I0QyA
Per me, la più bella azione corale nella storia dello sport. Notare inoltre i due placcaggi assassini consecutivi subiti (al collo) da JPR Williams... roba che oggi parte il giallo diretto già al primo tentativo! Come resistere a Gareth Edwards che arriva da somewhere a volare in meta? (la statua di Gareth Edwards è la prima cosa che andrò a vedere a Cardiff... attenzione: Edwards è ancora vivo. La statua non è alla memoria...).

Impossibile resistere al fascino di quelle divise. Da bambino si tifa sempre per qualcuno: il Galles, per esempio. Una squadra perfetta, una macchina schiacciasassi. Pensate agli AllBlacks di oggi: era così il Galles di quei tempi. C'era persino una affinità con il mio cognome! Troppo perfetto. Infatti, nonostante la simpatia per il buon vecchio Cymru sia rimasta, scelsi la Scozia.
Quel colore "blue dark" era irresistibile. Ho visto partite incredibili di Andy Irvine e Jim Renwick. Ho visto lo squalo bianco John Jeffrey mandare messaggi incredibili agli inglesi "Odio queste colline (le highlands n.d.r.) mi ricordano che dall'altra parte c'è l'Inghilterra!".

Certo la Scozia ha visto momenti migliori di quelli attuali: è stata la prima squadra incontrata dall'Italia nel 6 nazioni, subito battuta, ed è tuttora la squadra più battuta dall'Italia. E'
probabilmente in uno stato di forte declino, ma il suo fascino, il fascino di "Flowers of Scotland", dei cardi che salvarono gli scozzesi nella battaglia decisiva contro.... contro chi??? È rimasto immutato. La terza strofa "This is the past... and in the past they must remains... but we can still rise now ... and be a nation again..." non comparirebbe in nessun inno italiano.

Perchè indosso questa maglietta? Perchè in fondo la indosso da quando sono bambino, ecco perchè. 8 anni fa ad Edimburgo andai da solo a vedere Murrayfield da fuori. Due giorni fa ero dentro lo stadio. Fa un effetto diverso.

Sabato sera prossimo, se non sarò in ufficio, sarà dura per me. L'Italia è l'Italia, ma la Scozia è la Scozia! Comparirà di nuovo la maglietta... e la bandiera... con la croce di Sant'Andrea blu e bianca. Perchè non sono convinto che l'Italia sia una "nazione da rugby". Non mi hanno ancora convinto. Vado con la Scozia. We can still rise. NOW!

Altri Post sull'argomento



3 commenti:

Pierlabi ha detto...

Come volevasi dimostrare, il tuo post arriva là dove nessun PLab è mai giunto prima. Speravo di averti messo in difficoltà rubandoti la storia della visita di otto anni fa, ma vedo che le tue risorse storiche sono infinite...
Grazie per il bel racconto.

Anonimo ha detto...

Esagerato!
E' a TE che è venuto in mente il ricordo di 8 anni fa (e di St. Andrews...), mica a me!

Grazie per l'ospitalità

Anonimo ha detto...

AIOOO, STEFANO SEI UN MITO, UN POETA DELLO SPORT, SEMBRA DI ESSERE NELLE VERDI PRATERIE DI S. aNDREWS, O NELLE DURE HIGHLAND DOVE NASCE IL RIVER TAY (?), SAPORE DI SALMONE E DI WHISKY INVECCHIATO.
nON TI VEDEVO COME FUN DEL RUGBY, MA SEI IN GRADO DI STUPIRCI E DI STREGARCI SEMPRE E COMUNQUE.
CONTINUA A FARCI SOGNARE

Template by - Abdul Munir | Daya Earth Blogger Template