Questa me la sono cercata.
Per motivi non allegri mi sono trovato a dover inviare un telegramma e per una serie di motivi troppo lunghi da raccontare, ho deciso, invece del solito servizio telefonico di telegrammi, di utilizzare il servizio originale, quello delle Poste Italiane.
Armato di pazienza e della mia fantasia per frasi di circostanza, mi reco quindi nell'ufficio postale, diverso da quello del disguido del pacco, e (non avendo fatto un telegramma alle poste negli ultimi vent'anni) mi pongo il problema di quale sia lo sportello giusto.
Di fianco al distributore di numeri, c'è un chiarissimo cartello che dice che i telegrammi stanno tra i servizi postali, quindi prendo il numero per lo sportello corrispondente.
Alzo lo sguardo e vedo il mio numero apparire su uno sportello verso il quale mi dirigo lieto dell'attesa praticamente nulla.
Peccato che dietro lo sportello non ci sia nessuno (e capisco quindi lo sguardo a metà tra il disilluso e il cagnesco della signora in fila davanti a me).
Mi metto in placida attesa, quand'ecco che una signora con carrozzina prende il numero per il mio stesso sportello e, magia, appare il suo numero.
Provo a attivare la vista a infrarossi dei miei occhiali, ma non noto alcun tipo di manifestazione ectoplasmatica che possa attivare il numero. Ma visto che la scena si ripete con un nuovo signore (prende il numero e subito quello appare sullo sportello), qualcosa ci deve essere.
L'indagine vede coinvolta anche la signora in fila davanti a me, che ha il numero prima del mio e ovviamente non è stata ancora servita.
Per rendere più divertente la scena, allo sportello vicino sento l'impiegata vicina che dice ai suoi clienti "Ma perchè ha aspettato così tanto per venire a ritirarlo?" (evidentemente questa frase gliela insegnano al corso neo-assunti).
Com'è, come non è, arriva una addetta in carne ed ossa.
"Buongiorno. Dovrei fare un telegramma".
"Ha sbagliato sportello. Deve andare al primo là in fondo che il mio collega le dà il modulo per i telegrammi."
"Ah grazie" e complimenti per la correttezza dei cartelli.
Dato che lo sportello è senza coda e dato che devo solo chiedere un modulo, chiedo direttamente.
"Buongiorno, la sua collega mi ha"
"Guardi che lei ha il numero per un altro sportello."
"Lo so. Io dovrei fare un telegramma e la sua collega mi ha detto di venire a questo sportello e chiederle il modulo"
Si alza accidentando: "E guardi che glielo poteva dare la mia collega, il modulo!".
L'osservazione era pertinente, visto che questo modulo non veniva conservato nel cassetto del tizio, ma in un mobile a disposizione di tutti gli addetti. La mia obiezione, però, è stata immediata "Sì, ma non è colpa mia se la sua collega mi ha detto così".
L'impiegato si è reso conto che aveva mal diretto la sua rabbia ed è tornato allo sportello molto più gentile.
Preso il modulo, lo compilo, prendo il numero per lo sportello giusto e aspetto il mio turno.
"Guardi che non può indirizzarlo a Famiglia xxx. Deve mettere il nome di una persona." (Problema mai posto dal servizio telefonico)
Recupero il nome; non essendo la persona un parente stretto ho dovuto telefonare per conferma, ma il tizio (vista l'assenza di fila), ha aspettato gentilmente.
"E poi deve mettere la firma in calce al testo, altrimenti non appare nel telegramma" (E il mittente non appare?)
Scrive il testo, usando un solo dito. Dopo cinque minuti, stampa una bozza da farmi vedere.
Il mio telegramma contava di tre frasi: introduzione (7 parole), "Sentite condoglianze", "Piero Labanti".
Mi fa: "Va tutto bene?"
"Veramente, manca Sentite condoglianze"
"Vede che ho fatto bene a farglielo verificare?"
Riprende in mano il telegramma, ne stampa un'altra copia, poi inserisce (sempre con un solo dito) la frase mancante e stampa la versione definitiva.
Stavolta va tutto bene e posso pagare.
E così, dopo venticinque minuti (e nell'ufficio c'erano sì e no sette persone) sono uscito con il mio telegramma inviato.
O almeno spero....
5 giorni fa
3 commenti:
Se mi ospiti, prima o poi ti racconto di quello che ho combinato io ieri alle poste... o meglio: di quel che le poste sono riuscite a combinare a me! (50 minuti, senza coda, per pagare 12 euro di bollettino postale)
In un tripudio di equivoci, urla, insulti e ammenicoli vari
Ste, sei autorizzato a scrivere direttamente su questo blog.
Scrivi pure, che ho giusto due bollettini da pagare.
Odio le Poste Italiane. E le Ferrovie Italiane. E non solo.
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