giovedì, novembre 23, 2006

Against the ropes

Non è mia abitudine commentare i film trasmessi in TV, ma questo schiera Meg Ryan e lei, per me, vale sempre qualunque eccezione.
E' la storia della prima e più famosa donna manager del mondo della boxe, di come si sia dovuta fare strada in un mondo maschilista per definizione, dove si ritiene che l'esistenza del cervello sia collegata direttamente all'esistenza dei testicoli (sarà per questo che vietano i colpi bassi?).
Il film non convince, lei non ha lo smalto dei film degli anni novanta, la trama ondeggia tra Rocky e il pedagogico (la lotta per il successo che ti fa perdere di vista il tuo vero carattere e le cose importanti della tua vita, un po' come nel più recente "Il diavolo veste Prada"), il lieto fine (che, giova ricordarlo, è storia vera) è un po' stucchevole.
Il voto finale è sei meno, abbassato dalle mie aspettative deluse dalla prova di Meg.
Mi sa che mi andrò a riprendere "Salto nel buio", così giusto per dare una rinfrescata al perchè era la mia attrice preferita (insieme a Michelle Pfeiffer).

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